Cercano un parapendio disperso e invece era una lanterna cinese

Arta Terme, mobilitazione di soccorritori ed elicottero del 118, nella serata di ieri, nei boschi di Piedim. L’allarme era stato lanciato da alcuni passanti convinti di avere visto un uomo precipitare

ARTA TERME. Lucciole per lanterne? Non proprio: in questo caso, si è trattato di lanterne per parapendii. Si sono concluse proprio con il ritrovamento di un “pallone della felicità” le ricerche che, ieri sera, hanno visto decine di soccorritori passare al setaccio la zona di Arta Terme. Il sospetto era che un uomo fosse precipitato al suolo durante un volo con il parapendio.

L’allarme era scattato attorno alle 19.30 e a lanciarlo erano stati alcuni passanti che ritenevano di avere visto uno sportivo volteggiare nel cielo e poi, all’improvviso e a gran velocità, perdere quota e scomparire alla loro vista. Il punto della presunta caduta era stato indicato nel bosco attraversato dal torrente Chiarzò, in direzione di Cedarchis e Paularo.

In men che non si dica, erano scese in campo squadre del Soccorso alpino della Guardia di finanza e dei carabinieri di Tolmezzo e gli uomini del Cnsas di Forni Avoltri. Oltre, naturalmente, ai sanitari del 118 giunti con l’elisoccorso. La prima ricognizione dall’alto, però, aveva avuto esito negativo.

L’elicottero era dunque rientrato alla base, a Udine, lasciando sul posto i soccorritori per continuare le ricerche del disperso da terra. Alle operazioni si erano uniti anche i vigili del fuoco del reparto Saf. Considerata l’ora, inoltre, nella zona era stato attrezzato un campo base per le ricerche, da continuare eventualmente anche nel corso della notte.

La risposta, invece, è arrivata di lì a un paio d’ore. Ed è stato un sollievo per tutti. Attorno alle 21.45, infatti, nel bosco di Piedim i soccorritori si sono imbattuti in un pallone di carta, in tutto simile a quelli di fabbricazione cinese, alto un metro e mezzo e con una circonferenza di una cinquantina di centimetri.

Uno di quelli, per intendersi, liberati in cielo dopo averne acceso lo stoppino posto al centro della struttura per scaldare l’aria e favorirne il sollevamento. Una sorta di lanterne, insomma, come sempre più spesso se ne vedono e usano anche in Carnia, in occasione di feste di paese e cerimonie private, e che si spostano trasportate dal vento.

Prima di rientrare, per essere certi di non lasciare niente di intentato, però, finanzieri, carabinieri e volontari hanno verificato che nessun parapendista mancasse appello nella zona. Per farlo, è stato contattato anche il gruppo volo “Nido delle streghe”, di Cercivento, che ha confermato l’assenza di segnalazioni di dispersi.

La conclusione, quindi, è stata che i passanti che hanno dato l’allarme abbiano scambiato la lanterna per un parapendio. Il pensiero, a quel punto, era immediatamente corso a un annetto fa, quando una segnalazione simile aveva a sua volta mobilitato mezza Carnia, risultando alla fine infondata.

In quell’occasione, con ogni probabilità, il parapendista c’era stato veramente, ma per una diversa prospettiva, una volta superato il crinale della collina, chi lo aveva avvistato, non scorgendolo più, aveva pensato in una rovinosa caduta al suolo.

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