C’era una volta la Pontebbana: mostra, pubblicazione e video per celebrare le ferrovia
Da sabato 8 luglio nella vecchia stazione di Resiutta. C’è anche un totem informativo

Sabato 8 luglio, alle 12 sarà, inaugurata nella vecchia stazione di Resiutta un punto di ristorazione per i cicloturisti che passano lungo la ciclabile "Alpe Adria".
Sarà anche utilizzabile un totem dotato di touch screen e ci saranno alcuni filmati d'epoca. Alle pareti sono appesi alcuni pannelli illustrativi sulla storia della Pontebbana, ideati da Romano Vecchiet, autori di una pubblicazione sull’argomento (la presentazione alle 10), che qui illustra l’iniziativa.
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Siamo abituati a considerare i treni e le ferrovie come un’anticaglia di cui facilmente liberarci, ostili alle nostre visioni edulcorate che abbiamo della natura e dell’ambiente, dimenticandoci che il treno è il mezzo di trasporto di massa più ecologico al mondo.
Testimoni di uno sviluppo industriale a volte precipitoso o troppo ottimistico, nella fede cieca del progresso di cui sentivano di essere la più vivida e concreta espressione, le ferrovie ora scontano il grande appoggio che a fine Ottocento la storia aveva loro tributato, e ce ne vogliamo scioccamente liberare. Ma non dappertutto, fortunatamente.
A Resiutta, nel Canal del Ferro, toccata fin dal 1877 dalla ferrovia “Pontebbana”, il treno – che tanto aveva contribuito allo sviluppo di quella valle – non lo vogliono dimenticare.
E proprio nella piccola stazione che vide passare migliaia di convogli, sia merci che passeggeri, dagli espressi di lusso della Belle Époque alle tradotte militari, dai treni dei deportati per i lager del centro Europa a quelli dei tanti emigranti friulani (e oggi, sul suo tracciato, assiste al transito di tantissime biciclette lungo la ciclabile “Alpe Adria” Salisburgo-Grado), i fasti di quella ferrovia internazionale, tanto tenacemente voluta da illustri friulani come Giovanni Battista e Alessandro Cavedalis, Pacifico Valussi, Gabriele Luigi Pecile, Carlo Kechler e vari altri, vengono ripercorsi sulle pareti di quella stazione, rinnovata al suo interno e arricchita di un nuovissimo ristorante e un punto informativo, mentre all’esterno, a ricordare ai ciclisti che su quel tracciato un tempo (1877-1995) circolava un altro mezzo di trasporto, un’automotrice delle Ferrovie Udine-Cividale – presto settantenne e abilmente trasformata in punto di ristoro accessibile a tutti – apre le sue porte a chi percorre pedalando l’“Alpe Adria” nei suoi restaurati interni tutto vinile e fòrmica.
Un preprint realizzato da chi scrive e, come tutto il resto, finanziato nell’ambito di un progetto europeo che ha coinvolto l’Associazione Vecchi Binari Fvg, fa la storia della vecchia strada ferrata per Pontebba in 165 pagine e una selezione di 14 immagini d’epoca, da un primissimo documento del 1850 dell’I.R.Luogotenenza della Carinzia di Klagenfurt che attesta l’interesse dei carinziani ad un collegamento ferroviario con l’allora Lombardo-Veneto per la via di Pontebba, all’accoglienza da parte friulana sempre più convinta a questa idea progettuale perché collegata al potenziamento di un terminal tutto friulano, Porto Nogaro, in diretto contatto con i ricchi mercati del Centro Europa, fino agli ultimi anni del secolo scorso, quando, per tronchi successivi, venne inaugurata la nuova “Pontebbana” a doppio binario e per gran parte in galleria, atta ad essere percorsa da treni fino a 180 km/h, grazie a pendenze meno elevate e a curve di ben più ampio raggio, che però – come contropartita – ha dovuto abbandonare quasi integralmente i piccoli centri delle due vallate.
Una particolare attenzione è stata data all’evoluzione del traffico lungo gli oltre 140 anni di storia di questa ferrovia, nel passaggio dalla trazione a vapore a quella elettrica nell’ormai lontano 1935, e poi con l’attivazione della nuova linea.
Un miglioramento, però, che poteva registrarsi fino a un certo punto, perché se i progressi si notarono moltissimo sui treni accelerati e locali nel passaggio dal vapore all’elettrico, soprattutto in salita, i tempi dei primi elettrotreni Trieste-Udine-Tarvisio non differivano di molto da quelli di 50 anni dopo, sempre sul vecchio tracciato.
Oggi Resiutta (e con essa Villa Santina e Kötschach-Mauthen, nel distretto di Hermago) ricorda il treno integrando la sua storia nei nuovi percorsi cicloturistici che hanno negli ultimi anni vivificato enormemente l’economia locale di quell’area, seguendo l’esempio di Chiusaforte, che per prima lungo la “Pontebbana” trasformò la vecchia stazione in un accogliente punto di ristoro per i ciclisti d’oltralpe, facendone anche un piccolo centro culturale.
Storia e turismo si incontrano ancora una volta, nel segno di una maggiore consapevolezza di ciò che vediamo e attraversiamo.
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