Cellina, torna il gambero di fiume

Ripopolamento a cura dell’Etp dopo la bonifica dalla specie rossa della Louisiana

CLAUT. Eliminato il gambero rosso della Louisiana, si è proceduto al ripristino della popolazione di gambero di fiume del torrente Cellina. È successo nei pressi di Claut. Poco più di un anno fa ignoti avevano liberato nel torrente un centinaio di gamberi rossi, specie invasiva e dannosa, che il progetto “Life rarity” capitanato dall’Ente tutela pesca cerca di contrastare. Se ne era accorta la stazione del Corpo forestale regionale che lo subito comunicato all’Etp. Immediata l’attivazione dei protocolli di risposta rapida: volontari ittici mobilitati, nasse in acqua per lunghi periodi e rimozione di tutti i gamberi rinvenuti. Poi verifiche nel torrente sino al lago di Barcis. Quest’anno, nel corso dell’estate, nuovi monitoraggi che hanno confermato l’efficacia dell’azione: non si trovano più gamberi rossi.

Ora in quelle stesse acque tornano i gamberi di fiume tipici delle acque friulane. Ieri ne sono stati rilasciati oltre 400, nati negli impianti di allevamento dell’Etp. Si tratta di giovani esemplari, della dimensione di 2-3 centimetri. «Siamo soddisfatti del risultato – ha commentato il direttore dell’Etp Giovanni Petris – perché abbiamo raggiunto uno degli obiettivi di “Rarity”. Stiamo terminando i rilasci dei gamberi nati nei nostri impianti nel corso del 2013. Si tratta di quasi 12 mila esemplari complessivamente, cui si aggiungono circa 1.200 del 2012, che sono andati a ripopolare sette Siti di importanza comunitaria: Dolomiti friulane, risorgive del Venchiaruzzo, bosco Marzinis in provincia di Pordenone, mentre in quella di Udine Prealpi Giulie, valle del Medio Tagliamento, forra del Cornappo e risorgive dello Stella. Prima di procedere ai ripopolamenti abbiamo condotto accurati monitoraggi sia delle popolazioni di gambero sia delle condizioni ambientali, in modo da essere sicuri dell’idoneità dei vari corsi d’acqua a ospitare gli animali da immettere».

I ripopolamenti si sono iniziati nel 2012 e proseguiranno sino al 2014, quando, secondo il programma stilato, saranno rilasciati ulteriori 17 mila esemplari, anche in altri Sic della regione. La collaborazione con il dipartimento di Scienze della vita dell’università di Trieste e con l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, partner di progetto, ha consentito da un lato di individuare gamberi riproduttori geneticamente simili a quelli originari dei corsi d’acqua da ripopolare e dall’altro di localizzare corsi d’acqua in cui è assente l’afanomicosi o peste del gambero, una malattia mortale di cui i gamberi rossi sono portatori sani e nei confronti della quale la specie autoctona non ha difese. Sinergie determinanti per la buona riuscita di questa importante iniziativa di conservazione della biodiversità in regione.

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