Cavi tranciati, verifiche sulla linea

PRAVISDOMINI. Cinque ore di buio a Barco di Pravisdomini: il pilota dell’aereo che venerdì ha tranciato i cavi dell’alta tensione spiega com’è andata. E’ stato egli stesso a segnalare l’accaduto, ed entra nei dettagli delle cause che ritiene alla base dell’incidente. Gli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Pordenone proseguiranno ancora per qualche giorno, poi si potranno definire o meno eventuali risvolti giudiziari della vicenda.
Intanto, G.G., 56 anni, l’agente di commercio sacilese che pilotava il Morane-Saulnier decollato dall’aviosuperficie della Comina di Pordenone, riferisce la sua versione. Accanto a lui, in cabina, c’era un altro pilota esperto (ex Alitalia, con 36 mila ore di volo), pure lui residente nel Friuli occidentale. «Siamo partiti dalla Comina intorno alle 17.30 – ha riferito G.G. – per un volo di ambientamento. Volo dal 1992, conosco il territorio, ma non la pista dove abbiamo tentato una simulazione di atterraggio, quella di Pravisdomini». Pista privata che si trova nell’area di campagna prossima alla linea dell’alta tensione, vicina a via del Donatore. I due non volevano né potevano atterrare (avrebbero dovuto chiedere autorizzazione al proprietario), ma soltanto simularlo. «Per mille motivi in Comina non si può più volare, così, per il mantenimento delle capacità operative, abbiamo deciso di continuare l’addestramento altrove – continua –. In un quarto d’ora di volo, tutto era regolare. Nella simulazione d’atterraggio, per una serie di fattori, non ci siamo accorti di passare sotto l’alta tensione, tranciandola con un’ala. Colpa della non conoscenza della pista e del sole in faccia (la linea della luce era bassa), ma anche e soprattutto perché tra i pali non c’è alcun segnale. E uno dei pali è coperto dalla vegetazione. Se fossero stati segnalati, come lo sono in prossimità di tutti i campi di volo, avremmo potuto evitarli. Ho avvisato subito i vigili del fuoco. L’ala aveva soltanto una botta e l’aereo poteva e può ancora volare. Atterrati alla Comina, sono tornato subito a Pravisdomini in auto per dare indicazioni sull’accaduto».
Per le quasi cinque ore di black out nelle case e strade di Barco, il pilota si dice dispiaciuto: in contatto con le forze dell’ordine, non ha nascosto alcun particolare della vicenda, «ma anche chi avrebbe dovuto segnalare la linea elettrica dovrebbe assumersi le proprie responsabilità».
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