Cavasso Nuovo, maresciallo stroncato dal male a 46 anni

Cordoglio per la morte di Giuliano Mazzariol. Padre di una bimba di 7 anni, due anni fa aveva perso la moglie in un incidente

CAVASSO NUOVO. Prima la perdita della moglie in un incidente stradale avvenuto quasi due anni fa. Poi, la scoperta di una malattia che si è mostrata tanto implacabile quanto fulminea. Non ha mai smesso di lottare, ma ieri Giuliano Mazzariol, 46 anni, maresciallo dell’Aeronautica militare, ha ceduto e se n’è andato.

Lunedì si era sottoposto a un delicato intervento chirurgico, ma non è stato sufficiente a salvargli la vita. Una tragedia nella tragedia, in quanto Mazzariol lascia orfana di entrambe i genitori una bimba d 7 anni, che ancora sconta il trauma della perdita della madre.

La vicenda ha suscitato impressione e cordoglio nell’intero Maniaghese e nella vicina Aviano, dove il maresciallo prestava servizio da molti anni all’aeroporto Pagliano e Gori.

L’aeronautica non era la sua sola passione: Giuliano Mazzariol era infatti anche un profondo amante della montagna e della scrittura. Uno dei suoi più recenti scritti riguardava la vicenda dei marò Latorre e Girone: vi emergeva il suo patriottismo e l’attaccamento alla divisa.

Per i colleghi, il maresciallo Mazzariol era una sorta di mito, stimato e apprezzato per le sue qualità professionali e per le grandi doti umane.

Il suo spirito battagliero lo aveva portato sempre a reagire con estrema forza d’animo alle difficoltà, spesso tragiche, come la perdita della moglie in un incidente stradale. Da un giorno all’altro, si era infatti ritrovato a vestire i panni di padre e madre per la giovanissima figlia.

Quando è mancata, la moglie Serena Bruna aveva 32 anni. Originaria di Maniago, risiedeva con Giuliano e la piccola a Cavasso Nuovo. Era il 1° ottobre 2013: la donna era al volante di un’Opel Zafira e stava percorrendo la strada dal lavoro verso casa.

Giunta all’altezza di Fanna, perse il controllo della vettura, finita fuori strada. Le sue condizioni apparvero subito disperate. Morì dopo due giorni di agonia all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. All’epoca, i familiari avevano autorizzato l’espianto e la donazione degli organi.

Comprensibile l’ondata di commozione e incredulità alla notizia di quest’altra tragedia che, dopo Serena, si è portata via Giuliano.

«In momenti come questo viene da chiedersi come la sorte si possa accanire in questo modo, soprattutto quando c’è di mezzo una bambina. Giuliano era una delle persone più buone d’animo che mi sia mai capitato di incrociare», ha detto ieri un conoscente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto