Caso tallio, l’autopsia conferma: Patrizia Del Zotto è morta avvelenata

Dall’esame dei corpi i primi chiarimenti sui due decessi sospetti avvenuti dopo una vacanza a Varmo. Anche le patologie del padre, Giovanni Battista, sono state aggravate dal potente veleno

VARMO. L’autopsia conferma: Patrizia Del Zotto, 62 anni, è morta avvelenata dal tallio. E anche il decesso di suo padre Giovanni Battista è avvenuto in un quadro clinico già compromesso che però è stato aggravato dalla presenza dell’organismo del micidiale veleno.

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I due, che risiedevano con la famiglia a Nova Milanese (in provincia di Monza), in agosto avevano trascorso un periodo di vacanza a Marizza di Varmo.

Ed è proprio in quei giorni che sarebbe avvenuta l’intossicazione, almeno stando alle prime indagini effettuate dai carabinieri.

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Altri quattro parenti hanno assunto la pericolosa sostanza: Gioia Maria Pittana, 77 anni, madre di Patrizia e moglie di Giovanni Battista, è ricoverata in condizioni critiche all’ospedale di Desio.

Laura, 58 anni, l’altra figlia, risponde in modo positivo alle terapie ed è stabile, così come la badante, Serafina Pogliani, 49.

Anche lo stato di salute di Enrico Ronchi, marito di Patrizia, è buono: i suoi valori di tallio sono in diminuzione. Infine, gli esami tossicologici eseguiti sul figlio di quest’ultimo e sulla sua compagna sono risultati negativi.

In tutto, dunque, sono sei le persone che hanno inalato o ingerito tallio. Due sono morte. Una è ancora in pericolo di vita. E le altre quattro per fortuna stanno rispondendo bene alle cure.

E come ciò sia potuto accadere è ancora un mistero.

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Per fare luce sulla vicenda i carabinieri non stanno tralasciando alcuna pista. E la Procura di Monza (sta indagando il pm Stefano Nicolini) ha aperto un fascicolo contro ignoti nel quale si ipotizzano i reati di omicidio colposo e lesioni.

Comunque per il momento l’ipotesi più accreditata sembra essere quella dell’intossicazione accidentale.

I militari della Compagnia di Desio, guidati dal capitano Mansueto Cosentino, hanno raccolto le testimonianze di tutti i familiari e hanno setacciato la villetta quadrifamiliare di Nova prelevando campioni di ogni prodotto aperto che potrebbe essere stato potenzialmente contaminato dal tallio.

Ugualmente accurato il sopralluogo che i colleghi della Compagnia di Latisana (e in particolare della stazione di Rivignano) hanno effettuato in via Thanner a Varmo.

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Una busta di spinaci millefoglie della Bonduelle per i quali è stati emesso un avviso di richiamo per "sospetta presenza di foglie di mandragora", Roma, 4 Ottobre 2017. ANSA/ WEB

Gli uomini del maggiore Filippo Sautto hanno prelevato numerosi reperti che sono già stati inviati in laboratorio: bustine di topicida, sia vuote, sia ancora integre, campioni di polveri, di escrementi di piccione e di topo e di acqua (prelevata dai pozzi del paese che non è collegato all’acquedotto).

I primi risultati dovrebbero giungere già nelle prossime ore.

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