Caso Tagliamento Entra in gioco l’Autorità di bacino

Dopo cinquant’anni di acceso confronto seguito all’alluvione che ha segnato la Bassa friulana, il “caso Tagliamento” continua ad essere al centro del braccio di ferro tra i Comuni del medio e del basso corso del fiume. Nel mirino dell’annoso dibattito c’è, infatti, la realizzazione di opere di regimentazione del fiume per la laminazione delle piene, a monte.
IERI l’INCONTRO A VENEZIA
«Servono le opere di contenimento nel medio corso del fiume che “taglino” l’onda di piena in modo da diminuirne la portata» incalza Pasqualino Codognotto, sindaco di San Michele al Tagliamento-Bibione che ieri, a Venezia, ha illustrato all’Autorità di bacino la «preoccupante situazione». E ribadisce: «Investendo centinaia di migliaia di euro, negli ultimi anni sono stati fatti numerosi studi, e i principali sono una quindicina. Ora è tempo di intervenire. A valle sono già state svolte parecchie azioni, come il rinforzo degli argini e la diaframmatura degli stessi – specifica –, ma non sono risolutive: così come affermano gli ingegneri idraulici, è necessario un intervento complementare a monte».
La RICHIESTA DI lignano
Ad essere d’accordo sull’urgenza di un intervento a monte è anche il primo cittadino di Lignano Sabbiadoro, Luca Fanotto, che dice: «Servono delle opere che trattengano la potenza dell’acqua prima che arrivi nella parte terminale del Tagliamento. Sono tanti i fattori che devono essere considerati nel caso in cui gli stessi possano trovarsi concomitanti, come il vento di Scirocco che, quando è sostenuto, non consente il rapido deflusso delle acque». Questione già evidenziata, peraltro, ad Angelo Borrelli, capo del dipartimento della Protezione civile nazionale, in occasione di una tavola rotonda sul tema. «Auspichiamo che questo incontro con l’Autorità di bacino sia il primo passo per arrivare alla soluzione di un problema che, con il maltempo divenuto ormai una costante ogni anno, mette a serio rischio il nostro territorio» conclude.
INTERVIENE PURE latisana
Anche Daniele Galizio, lunedì prossimo, incontrerà, stavolta a Udine, l’Autorità di bacino. «Non è possibile – afferma il sindaco di Latisana – continuare a ignorare tutti gli studi indipendenti che dal 1970 a oggi hanno confermato la necessità di intervenire lungo tutta l’asta del fiume, come avviene nelle altre Regioni d’Italia, senza menzionare il fatto – continua – che gli interventi nel medio corso e a monte del Tagliamento erano stati previsti e, sottolineo, finanziati, nel Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del fiume Tagliamento». Dalla Bassa il fronte è compatto: «A seguito della riunione con i capigruppo ho ricevuto l’invito, e assunto il mandato, di venire a capo della questione – ufficializza –. Nel corso dell’incontro di giovedì si è riscontrato totale accordo sulla volontà di intavolare un dialogo proficuo con i sindaci del medio corso del Tagliamento nella ricerca di una soluzione condivisa sulle azioni da intraprendere per la messa in sicurezza del fiume». E annuncia: «Visti gli ingenti danni e le tragiche situazioni riscontrate nella nostra regione, nel vicino Veneto e nel resto d’Italia, possiamo affermare che anche questa volta siamo stati fortunati (con l’ondata di maltempo di novembre). Abbiamo considerato, però, la possibilità di procedere a uno studio per valutare l’entità dei danni nel malaugurato caso di un’esondazione».
la lettera di Spagnolo
«Il tema della sicurezza fluviale sta a cuore a tutta la comunità del Latisanese: lo testimonia la costante processione di concittadini che sale le gradinate dell’argine a monitorare con ansia l’andamento della piena ogni qualvolta essa raggiunga dimensioni che vanno oltre l’ordinario». A metterlo nero su bianco è il consigliere regionale Maddalena Spagnolo (Lega), tra le pagine di una lettera indirizzata in risposta a Galizio. Sottolinea: «Visti i risultati dei vari studi, per gestire il corretto deflusso dell’acqua è necessario intervenire lungo l’intera asta del Tagliamento. Latisana deve avere la garanzia di poter far defluire una quantità d’acqua (individuata in 4000 mc/sec) che la struttura orografica consente senza mettere a rischio le popolazioni ed i territori limitrofi». E conclude definendo «terrapiattistiche» e «prive di fondamento» le dichiarazioni espresse dai rappresentanti politici del medio corso del fiume in merito alla «sufficienza dei lavori sul basso corso del fiume per garantire la sicurezza». —
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