Case dei mafiosi destinate ai Comuni

Costituito il nucleo di valutazione per scegliere il tipo di utilizzo. Interessati 28 immobili a Pordenone e Aviano

Destinazione cercasi per i beni sequestrati a un’organizzazione criminale legata alla mafia in provincia di Pordenone. A individuarla sarà un nucleo di valutazione, costituito nei giorni scorsi in Prefettura. All’ordine del giorno del neonato organismo il futuro di 28 immobili - appartamenti, garage e laboratori - sequestrati in città e ad Aviano in una operazione partita dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo nel 2009.

I beni confiscati alle organizzazioni criminali legate alla mafia vengono ormai da alcuni anni trasferiti a enti pubblici, a cooperative o a progetti di solidarietà. Allo scopo è stata costituita l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Una struttura che opera sulla base di progetti e che si avvale di riferimenti sul territorio per la destinazione dei beni - i nuclei di valutazione appunto - che danno un’indicazione sulla base delle necessità del territorio stesso

In provincia di Pordenone ne è stato appena costituito uno, di cui fanno parte diverse realtà: soggetti istituzionali come la Prefettura che l’ha convocato, le forze dell’ordine e rappresentanti del mondo economico come l’Agenzia delle Entrate e la Camera di commercio. Nel caso specifico, inoltre, sono stati coinvolte anche le amministrazioni comunali di Pordenone e di Aviano, paesi in cui si trovano gli immobili sequestrati.

In totale c’e da trovare una destinazione agli immobili nell’operazione che il 17 giugno del 2009 aveva coinvolto l’imprenditore edile palermitano Francesco Pecora che, attraverso la società Edilizia friulana nord, con sede in città, aveva realizzato nella Destra Tagliamento diversi appartamenti e locali per attività commerciali. Il sequestro aveva riguardato le abitazioni e altri locali costruiti, con un valore stimato allora tra beni mobili e immobili e conti correnti bancari, di circa 2 milioni di euro. Nel frattempo alcuni immobili sono stati venduti e sono sotto sequestro quelli la cui titolarità è ancora della società.

In città i beni in questione si trovano in via Castelfranco Veneto e ad Aviano in via De Zan. Otto tra appartamenti, garage e un laboratorio a destinazione produttiva sono in pedemontana, tutto il resto è a Pordenone. A quanto pare le amministrazioni comunali potrebbero essere interessate ad acquisire almeno la proprietà degli appartamenti. Già in altri casi, infatti, beni confiscati alle organizzazioni criminali sono stati affidati ad enti pubblici.

Il compito di decidere spetta al nucleo di valutazione sulla scorta anche delle esperienze maturate fino ad ora nell’ambito di queste procedure, che sono ancora relativamente nuove.

Donatella Schettini

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