Casa, sempre più famiglie non riescono a mantenerla

SACILE. «Disagio abitativo in crescita a Sacile». Elena Scuccato, allo sportello di Cerco casa, fa il bilancio di un semestre. «Da settembre 2014 a marzo 2015, gli utenti al nostro servizio nella Casa del volontariato in via Ettoreo sono stati 42 – ha indicato la volontaria –. Provenienti dall’Ambito 6.1 di Sacile». Il servizio è gratuito e offre un’assistenza preziosa, in tempi di crisi nera.
I numeri. Sono 15 italiani e 27 stranieri, gli utenti che hanno l’emergenza casa in 180 giorni vissuti con poche risorse e, alcuni, lo sfratto in corso. Direttamente inviati dai servizi sono 32 e gli utenti dello sportello residenti a Sacile sono 22. Pari al 52,38 per cento.
Oltre il 50 per cento i nuclei familiari con figli minori. «Lo sportello Cerco casa, in stretta collaborazione con il servizio sociale, si mette a fianco degli utenti per cercare un alloggio adeguato – ha precisato Scuccato –. Ma è anche al servizio di proprietari e agenzie immobiliari per valutare i potenziali inquilini e accompagnare nel tempo la locazione, offrendo servizi di monitoraggio e mediazione».
La tipologia. Le persone non si rivolgono al servizio Cerco casa soltanto per cercare un alloggio più economico, ma i dati di un semestre mostrano come oltre il 50 per cento abbia una situazione di disagio abitativo grave. «A causa di sfratto – è l’analisi – oppure perchè sono persone che vivono in un alloggio inadeguato».
Il servizio di consulenza è gratuito grazie al finanziamento della Regione Fvg. «Lo sportello ha sede nella struttura dell’ospedale, a fianco della casa di riposo – fa sapere Scuccato –. Per un appuntamento, il numero da chiamare è 393-9659721. Siamo aperti tutti i giovedì mattina per dare una mano».
Le ipotesi. «Una soluzione al problema di trovare casa è quella della convivenza». Alessandra Bronzi, operatrice della cooperativa Abitamondo che gestisce in provincia di Pordenone gli sportelli Cerco casa, ha valutato l’emergenza del fenomeno, in aumento a Sacile.
«La crisi ha inasprito il disagio casa: per le fasce deboli o con reddito precario e basso – ha confermato Bronzi –. Allo sportello di via Ettoreo si rivolgono tante persone: quelle che non riescono ad accedere alle case popolari Ater per cause burocratiche. La domanda aumenta in modo esponenziale e cerchiamo mediazioni con agenzie o proprietari privati».
La povertà. Ci sono tanti casi di nuove povertà, a Sacile. «A reddito zero si favorisce la convivenza con gruppi famigliari – Bronzo rileva che la soluzione è facile per gli immigrati –. Oppure in gruppi amicali. Le situazioni più difficili sono quelle di separati oppure disoccupati».
A Sacile in tanti cercano di avere un tetto sulla testa e ci sono centinaia di case vuote. «Un paradosso – hanno segnalato allo sportello Caritas –. Manca una struttura per accogliere le fasce deboli e senzatetto». Da un lato 1.650 abitazioni libere in città e dall’altro famiglie sfrattate o senza casa. In teoria 1,34 case a testa: ma è pura teoria.
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