Casa di riposo a Udine: in quattrocento sono in attesa di un posto letto

Sono 400 le persone in lista di attesa per un posto alla Quiete. E quasi tutte sono residenti in città. Anziani non più autosufficienti che hanno bisogno di assistenza e che oggi sono costrette ad “arrangiarsi”, restando in casa magari con l’aiuto di una badante. Una soluzione che però difficilmente riesce a offrire gli stessi standard di assistenza garantiti nell’istituzione geriatrica per eccellenza del capoluogo friulano che oggi ospita 450 persone di cui 60 all’interno della Rsa, la una struttura di ricovero temporaneo per persone che necessitano di prestazioni di tipo infermieristico e/o riabilitativo.
«Un numero sicuramente significativo ma non sufficiente», ha sottolineato il sindaco Pietro Fontanini che ieri ha fatto un sopralluogo nella struttura accompagnato dall’assessore alla Sanità, Giovanni Barillari. Ad accoglierli c’erano il presidente del cda, Stefano Gasparin, il direttore generale Salvatore Guarneri e il consigliere Damiano Degrassi. E se da un lato Barillari ha promosso «la qualità e l’intensità dei servizi simili a quelli di un ospedale geriatrico», dall’altro il sindaco ha evidenziato la necessità di incrementare i posti letto per «far fronte alle richieste della popolazione udinese che sta invecchiando e alla quale bisogna fornire un’assistenza di qualità». Da qui l’appello alla Regione Fvg che di recente, secondo quanto riferito dagli stessi vertici della Quiete, avrebbe deliberato un incremento di posti per le province di Trieste e Gorizia, ma non per quella di Udine. «La Regione deve avere più attenzione nei confronti del Friuli perché anche qui il tasso di anzianità è elevato. Il numero degli anziani in lista di attesa, che sono 400, deve far riflettere. In questo senso chiederò alla Regione di intervenire per sfruttare i nuovi spazi e realizzare altri posti letto».
A gennaio dovrebbero infatti partire i lavori per demolire il muro che separa la residenza per anziani da borgo Pracchiuso. Un’opera da 1,4 milioni di euro finanziata, in parti uguali, dalla Regione e dall’Azienda di via Sant’Agostino per recuperare l’area dell’ex caserma Reginato trasferita a costo zero dal Demanio alla Regione e quindi alla casa di riposo. La Quiete si allargherà su circa 11 mila metri, la Prefettura ne occuperà altri 7.500 attorno al chiostro dell’ex ospedale militare dove trasferirà gli uffici e la casa del prefetto, mentre il Centro documentale regionale resterà nei suoi 5.700 metri. Ulteriori 2 milioni di euro finanziati dalla Regione saranno utilizzati (con successivo appalto) per realizzare i nuovi uffici de La Quiete nell’unico edificio vincolato dalle Belle arti.
Ma il sindaco Fontanini guarda già oltre. E pensa alla demolizione dei vecchi edifici inutilizzati da decenni (come l’ex ospedale militare) per realizzare il nuovo padiglione che nelle intenzioni dei vertici dell’azienda potrebbe avere 100 posti letto. L’ipotesi di spesa per la demolizione e la costruzione di un nuovo edificio si aggira attorno ai 14-15 milioni di euro, ma secondo Fontanini 100 posti potrebbe anche non bastare. Al momento la Quiete ha a disposizione 450 posti letto, 380 dipendenti tra i quali anche 3 medici oltre a un centinaio di persone per i servizi di pulizia e la mensa, e un bilancio da 19 milioni di euro. Alti gli standard dei servizi offerti come i «120 minuti di assistenza media giornaliera da parte di Oss e infermieri», evidenziati da Guarneri.
«Una struttura che offre un’assistenza di assoluta eccellenza va valorizzata come modello a livello regionale – ha precisato l’assessore Barillari –. Dato che ci sono 400 persone in lista d attesa, è necessario pensare a un ampliamento almeno di 80–100 posti, anche di Rsa. Serve poi un’integrazione forte con il Santa Maria perché questo è di fatto l’ospedale geriatrico di riferimento, anche con il coinvolgimento forte della facoltà di medicina che può mandare qui i suoi specializzandi ad aiutare e a formarsi con gli anziani che saranno sempre più numerosi. Il sogno – ha concluso – è quello di vedere studenti delle superiori, licei, scuole di arte o di musica o professionali che a turno ogni settimana vengano a fare lezioni o dimostrazioni o rappresentazioni all interno della Quiete coinvolgendo e stimolando i nostri anziani e, perché no, pensare a fare “adottare” ciascun ospite dai nostri giovani, cosa che gioverebbe a entrambi».
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