Capannone moschea: scontro a Spilimbergo sul luogo di preghiera

SPILIMBERGO. «Le risposte del sindaco dimostrano solo che sa arrampicarsi sugli specchi. Preferisce nascondersi dietro le parole ben sapendo che la verità è un’altra o nascondersi dietro il Tar del Veneto, pur essendo in Friuli.
Se lui e la sua giunta sono convinti che il culto in certi capannoni industriali o negozi in centro sia sporadico e non continuativo (e maggiormente ora in periodo di Ramadan), buon per noi. Evidentemente vogliono dimostrare che non conoscono né vivono la realtà, e il territorio che amministrano, o che preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia o sotto le parole».
Sono al vetriolo le affermazioni della segretaria del Partito democratico di Spilimbergo: sono indirizzate al sindaco Renzo Francesconi e all’esecutivo che governa la città del mosaico.
Nel mirino le recenti dichiarazioni del primo cittadino rispetto a quello che, negli ultimi giorni, è diventato un proprio e vero caso. In pieno Ramadan, su iniziativa del Pd spilimberghese, si è venuti a conoscenza che l’associazione culturale islamica Assalama dalla sede di via XX settembre ha spostato le attività in uno dei capannoni dismessi nella zona industriale del Cosa.
Ciò significa, si suppone, che la comunità musulmana residente nello spilimberghese possa contare su un luogo di culto, una “moschea”, con spazi decisamente più capienti. Fatto che non sembra preoccupare più di tanto Francesconi.
Intervenuto sulla questione, sollecitato dal Pd, in particolare sull’eventualità di un cambio di destinazione d’uso del capannone – da uso industriale a luogo di culto – getta acqua sul fuoco, intendendo la nuova sede del sodalizio un semplice luogo di ritrovo, a norma, per gli associati. Ricorda che «per quei locali non serve il cambio di destinazione d’uso come una recente sentenza del Tar del Veneto ha sancito in maniera inequivocabile» e invita gli esponenti del Pd locale «se vogliono, ad aiutare l’amministrazione a vigilare sulla struttura e a segnalarne eventuali usi improprio, proprio come stabilito dalla legge».
Dichiarazioni che al Pd “suonano” tanto come una “arrampicata sugli specchi”.
Di certo, la questione, non finisce qui. E al prossimo consiglio comunale se ne vedranno delle belle.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto