Campane mute al San Giorgio: «Senza 80 mila euro non risuoneranno»

Hanno suonato per pochi minuti, dopo quattro anni, il primo luglio dello scorso anno. Le campane del rinnovato campanile di San Giorgio, però, poi sono tornate mute e lo saranno ancora per un po’ di tempo. Quel che basta per raccogliere 80 mila euro per gli ultimi lavori, dopo il recupero della statua del santo, del castello e dell’apice del campanile. I portafogli fanno fatica ad aprirsi per far cadere qualche soldino in più pro parrocchia: «Un conto sono le parole sui social, altro i soldi che servono per pagare gli interventi», taglia corto il parroco don Roberto Laurita.
Le tre campane sono mute dalla primavera 2016 quando, a seguito di un sopralluogo nella sommità del campanile, si accertò che la maggiore Santa Maria Assunta era semistaccata a causa della rottura di un perno di rotazione. Le altre due non avevano difetti. Tra il 15 e il 16 aprile di quell’anno vennero messe a terra mentre il castello fu smontato e poi sistemato. Da quel sopralluogo emersero i problemi del campanile e, soprattutto, della statua del martire che rischiava di precipitare.
Quelle di luglio 2020 sono state prove tecniche di verifica dei collegamenti elettrici. Ma per risentire il suono delle campane toccherà aspettare fino a quando non saranno costruite le scale dentro il campanile.
Cantiere smobilitato, sono rimasti inevasi gli interventi per i quali non c’era copertura economica: i rinforzi dei pianerottoli intermedi delle scale, il consolidamento delle scale con parapetto, l’intervento di pulizia e stilatura dei blocchi esterni. Poco più di una straordinaria manutenzione. Nel conto mancano circa 80 mila euro. E la crisi economica non aiuta.
L’apparato campanario è stato sostituito, collaudato ed è a disposizione in completa sicurezza: peraltro, ha già superato il collaudo. Il 5 giugno 2020 sono state tolte le ultime impalcature. Il parapetto di sommità – che era stato montato nell’aprile 2016 per poter procedere alla rimozione della statua del santo, ricollocata in quota restaurata due anni fa – è stato smontato nell’arco di una mattinata.
Il restauro fu possibile grazie a un contributo straordinario della Regione, 300 mila euro, 115 mila della Fondazione Friuli e donazioni di parrocchiani. Sono terminate tre di quattro fasi di lavori: montaggio delle impalcature e abbassamento della statua; esecuzione del restauro e del risanamento conservativo del campanile al di sopra della cella campanaria; restauro e ricollocazione della statua.
Ora in tanti si chiedono: quando torneranno a suonare le campane della parrocchia più prestigiosa della città? «Quando l’accesso sarà assicurato in sicurezza», spiega il parroco don Roberto Laurita. Conferma che mancano 80 mila euro e che «l’aiuto non si misura coi post su Facebook, ma con il saldo delle fatture». E conclude: «Al mio arrivo ho trovato tanti debiti e non intendo crearne altri. Se c’è qualcuno a cui stanno a cuore le campane si faccia vivo: troverà porte aperte». —
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