Calci al distributore: sigarette gratis

SACILE. Calci al distributore per alterare il funzionamento del “motorino” del macchinario, riuscendo così a far scendere uno o più pacchetti di sigarette dei quali impossessarsi senza pagare. Una “tecnica” attuata, secondo l’accusa, da un gruppo di giovani sacilesi che in questo modo si sono messi nei guai. In seguito al lavoro investigativo dei carabinieri della Compagnia di Sacile, infatti, sono stati identificati e citati a giudizio dal pubblico ministero Monica Carraturo.
Martedì mattina è cominciato il processo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Pordenone Giorgio Cozzarini. L’udienza è stata subito rinviata al 2 febbraio: gli avvocati difensori Alessandro Magaraci, Mattia Callegaro, Claudia Murador, Maria Giulia Turchetto, Danilo De Vito, valuteranno la possibilità di adire a un rito alternativo.
A giudizio Nicolae Onufritov, 24enne, Nicola Livan, 25enne, Alberto Cernoia, 20enne, Alex Pavan, 29enne, Albino Marisa, 31enne, Manuel Kelvin Cuesta Quiroz, 28enne, Alfio Cannavò, 23enne, Abdoul Kader Kane Annour, 23enne. Gli otto giovani sono accusati, a seconda delle varie posizioni, di uno o più “prelievi” di sigarette, tra il 30 gennaio 2015 e il 14 febbraio del 2015.
Parte offesa la sacilese Nelli Martinuzzo. Secondo la ricostruzione accusatoria contenuta nel capo d’imputazione, il “metodo” era consistito come detto nel colpire con calci, danneggiandolo, il distributore di sigarette esterno della tabaccheria Martinuzzo, alterando il funzionamento del motorino di distribuzione e ottenendo l’erogazione di uno o più pacchetti di sigarette. Senza pagare.
Forse non si erano resi conto delle conseguenze a cui rischiavano di andare incontro per aver preso gratis qualche pacchetto di sigarette (danneggiando peraltro il macchinario, con i conseguenti costi per l’esercente). Probabilmente la consideravano poco più di una “bravata”, ma l’accusa, ora, è di furto aggravato.
«Alcuni sono poi venuti a chiedermi scusa» aveva riferito al Messaggero Veneto la stessa Nelli Martinuzzo nel commentare la notizia dell’identificazione e della denuncia per i giovani coinvolti, lo scorso anno. «La cosa più importante – aveva aggiunto – è che imparino la legalità».
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