Bullismo omofobico, dirigente e genitori a confronto

CORDENONS. Sul progetto speciale di prevenzione del bullismo omofobico 2014 finanziato dalla Regione, denominato A scuola per conoscersi e realizzato alle medie di Cordenons in primavera, alcuni...

CORDENONS. Sul progetto speciale di prevenzione del bullismo omofobico 2014 finanziato dalla Regione, denominato A scuola per conoscersi e realizzato alle medie di Cordenons in primavera, alcuni genitori hanno chiesto alla dirigente reggente Lucia Cibin un incontro per capirne di più. Verrà infatti riproposto, se ci saranno i fondi, il prossimo anno.

La dirigente ha accordato l’incontro, che avrà luogo alle 14.30 di oggi alla scuola elementare Duca d’Aosta. Secondo Cibin, è l’ennesima dimostrazione di apertura al dialogo da parte della scuola. Per i genitori, l’occasione per andare a fondo su un progetto che non convince tutti. A chiedere l’incontro, una rappresentate di classe con figli alle elementari a nome di diversi genitori.

Intanto, il comitato genitori di Pordenone anti-gender Vogliamo educare i nostri figli, si prepara a presentare un dossier. Lo farà giovedì a Pordenone, alle 10.30 al Caffè letterario in piazza della Motta, alla presenza dell’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita. Il neocostituito comitato sostiene infatti che progetti come questo siano veicoli della “teoria del gender” nella scuola . Una tesi che Cibin, ma anche l’Arcigay Friuli, promotore del progetto A scuola per conoscersi, hanno sempre confutato. Il comitato punta il dito «sulla scarsa trasparenza usata dalla scuola». Il progetto è stato presentato ai genitori a Torre il 15 aprile, a Cordenons il 10 aprile. «La dirigente – fanno notare – conosceva il progetto da tempo e l’Arcigay Friuli aveva ottenuto dalla Regione l’autorizzazione ad aumentare le ore di intervento nelle scuole già il 18 luglio 2014, con obbligo di rendicontazione entro il 30 aprile. C’è da chiedersi come si possa inserire a fine aprile un progetto nel Pof e se sia stato inserito». Quindi, la provocazione: «La dirigente renda noti i materiali e i filmati utilizzati in classe, come previsto dal progetto».

Per Cibin, il progetto è stato un successo. «Dovrebbe tuttavia spiegare – incalza il comitato – come mai le scuole di Torre e Cordenons, assieme a Casarsa, avrebbero un problema di bullismo omofobico non gestibile dai docenti, che dovrebbero essere sostituiti con psicologi e volontari dell’Arcigay, non abilitati all’insegnamento. Ebbene – conclude il comitato –, se dette scuole sono così problematiche, lo si dica ai genitori, i quali saranno liberi di decidere per tempo se inscrivere i propri figli in altri istituti».

Milena Bidinost

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