Borgomeduna, crolla il tetto dell’ex coop

PORDENONE. Anche il tetto dell’edificio dove fino agli anni Settanta del secolo scorso aveva sede il negozio della storica Cooperativa di consumo Borgomeduna ha ceduto all’abbandono e alla pioggia.
La segnalazione è arrivata dal lettore Benvenuto Sist, che ama il suo quartiere e ne verifica, amareggiato, la decadenza quotidiana.
«Anche l'ultima attività ospitata – ha scritto al nostro giornale – ha da qualche mese abbassato definitivamente le pesanti e un po’ sgangherate saracinesche metalliche. Venne fondata in via Campagna nel 1921, oggi vicolo Mantegna, da un manipolo di Borgomedunesi per dare una autonoma alternativa anche ai lavoratori del Cotonificio Amman il cui spaccio aziendale non faceva credito quando le vertenze sindacali si facevano particolarmente calde».
«Nonostante fosse di ispirazione socialista – ha proseguito nel suo racconto Benvenuto Sist – passò indenne il periodo fascista. A questo proposito si racconta che nella sala riunioni oltre a quelli del re e di Mussolini, fosse appeso un terzo ritratto sul quale nessuno faceva domande per evitare una brutta figura . In realtà si trattava di Camillo Prampolini dirigente socialista della cooperazione emiliana che in quella compagnia, come ebbe a dire Egisto Toffolo fondatore e dirigente della cooperativa, doveva sentirsi come “Gesù sul Calvario”.
Gli anni della guerra furono particolarmente duri per la penuria di beni primari ma l’ispirazione fortemente solidaristica fece superare le difficoltà . Nel 1957 i locali vennero rinnovati sebbene bar e alimentari continuassero a convivere nello stesso locale: mentre le donne facevano la spesa , gli uomini si intrattenevano a “socializzare” davanti ad un bicchiere di vino».
In quegli anni la cooperativa faceva parte di un insieme di oltre trenta attività commerciali raccolte attorno alla piazzetta e all'incrocio di Borgomeduna
«Sotto la guida di Emilio Toffolo e la direzione di Giovanni Flora – ha ricordato ancora Sist – la Cooperativa aprì con successo altri spacci, famoso quello vicino agli stabilimenti Zanussi. Poi l’integrazione nella cooperativa Nordest che oggi gestisce il centro “Meduna”, fondatamente privato del titolo di “Borgo”. Con questo crollo, insieme alla sorte del Cotonificio Amman, il cui destino non interessa i più a nessuno e a quello spazio che non c’è più ma che gli irriducibili continuano a chiamare la “piazzetta” sulla quale nelle sere d'estate di un tempo tiravano di pallone, il Borgo Meduna è irrimediabilmente e definitivamente avviato a perdere la sua storica identità, ultimo forse tra i quartieri di Pordenone a possederne ancora una».
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