Bonus e superbonus, i conti e la soluzione per famiglie e imprese

Il mercato dell’edilizia è stato gonfiato da bonus e superbonus che hanno reso incontrollabile il fenomeno delle migliaia di ristrutturazioni. Una bolla per il comparto edilizio che accanto al bonus ha affiancato talvolta il malus, ovvero chi ha cercato di ingannare un sistema per accaparrarsi le risorse senza ottemperare ai lavori.
Il Governo di Giorgia Meloni ha passato un colpo di spugna sentenziando che non è più percorribile questa strada: per gli interventi legati ai bonus edilizi non potranno più essere utilizzate le opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito al posto della detrazione.
Un passaggio che aveva provato timidamente a compiere il precedente Governo Draghi: l’ex premier aveva indicato proprio nei meccanismi di cessione dei crediti il nodo della questione.
La linea sembra quindi da una parte sbrogliare l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e dall’altra mettere in sicurezza i conti pubblici. Secondo la Cgia di Mestre, lo Stato, con il superbonus del 110 per cento, dovrà farsi carico per il Friuli Venezia Giulia di una spesa di 1,5 miliardi di euro, collocando la regione al sesto posto a livello nazionale con una percentuale del 3,3 per cento.
Le aziende si trovano spiazzate sollevando, attraverso i rappresentanti di categoria, la preoccupazione per i posti di lavoro in bilico e per il rischio di chiusure delle imprese.
Il Consiglio regionale ha approvato un emendamento per avviare un percorso di verifica su un possibile intervento pubblico, anche attraverso le società partecipate. Ma questa strada è in salita perché il decreto del ministro Giorgetti ostacolerebbe l’attività della Regione vietando l’acquisto dei crediti.
Forti le fibrillazioni politiche di queste ore in seguito al provvedimento. Tuttavia, va detto chiaramente, è doverosa una via d’uscita per non lasciare famiglie e imprese in difficoltà o a rischio crac.—
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