Bonus e polemiche, la verità di Mattiussi: i 600 euro un risarcimento per le chiusure dei miei ristoranti, lo rifarei

UDINE. Lo considera una sorta di risarcimento quel bonus per le partite Iva da 600 euro che lui, politico di Forza Italia con lauto emolumento da consigliere regionale, ha percepito. Un risarcimento perchè costretto a chiudere, da un giorno all’altro, hotel, ristoranti e bar causa pandemia.
Franco Mattiussi, albergatore di Aquileia, non arretra di un millimetro: dice di aver risposto, da quando si è scatenata la bufera mediatica, solo a un utente di Facebook che lo aveva contestato e di essere rammaricato per i «richiami alla moralità» di qualche suo collega politico.
Mattiussi, oggi rifarebbe la domanda per il bonus?
«La rifarei, per i motivi che ho già spiegato e che alcuni non hanno compreso bene. Voglio precisare che non mi sono autodenunciato, non ho commesso illeciti o reati. Ho voluto essere trasparente, su Facebook mi sono assunto le mie responsabilità, non mi vergogno di aver preso quei soldi.
I 600 euro non erano un bonus per le aziende, ma un indennizzo per i mesi di fermo. Ci hanno obbligato a chiudere, in modo forse anticostituzionale, lo Stato deve riconoscere qualcosa ai titolari di partita Iva».
Ma allora il Governo ha fatto bene a erogare gli aiuti a chi era in difficoltà? Le opposizioni, di cui fa parte anche Fi, il suo partito, non erano mica d’accordo...
«Il Governo ha dato un segnale di positività. Sono contrario ai fondi a pioggia, ma bisognava dare la possibilità alle imprese di sopravvivere».
Cosa ha fatto di quei famosi 600 euro?
«I conti della società li gestisce l’ufficio, saranno da qualche parte. Probabilmente saranno serviti a coprire qualche bolletta, qualche spesa. Siamo un’azienda un po’ strutturata (2 ristoranti-albergo, una locanda e un bar) tra Aquileia e Villa Vicentina con 28 dipendenti».
Lei comunque gode di indennità importanti come consigliere regionale, l’hanno contestata proprio per questo.
«Quelli sono soldi per la mia attività politica, il mio impegno nell’azienda non va a incidere sull’altro lavoro. Le due cose sono separate, il mio reddito personale è un’altra cosa».
Molti non la pensano così.
«Guardi, a marzo ho chiesto un finanziamento a una banca per pagare i dipendenti, mutuo che viene rateizzato sulla mia indennità regionale. La gente dovrebbe sapere quali sono le situazioni in cui le piccole aziende si sono trovate e le responsabilità sociali che abbiamo».
I social, dove lei ha pubblicato il post con cui ha fatto outing, l’hanno criticata. Se l’aspettava?
«Altro che critiche, mi hanno proprio massacrato. Ho risposto solo a una persona in privato, gli ho detto “sei al limite della querela, ma io per cultura non vorrei mai fare politica con le querele, modera i termini, per me il gioco finisce lì”. Dietro a una tastiera possiamo dire quello che vogliamo, io invece ho mostrato la faccia».
Dai suoi colleghi della politica c’è qualche commento che l’ha infastidita?
«Sì alcuni attacchi, i richiami alla moralità».
Forza Italia l’ha difesa?
«Mi dispiace che nel Paese ci sia questo populismo, mi dispiace che anche il mio partito si sia allineato perdendo la coerenza garantista».
Lei è berlusconiano, si sente spaesato oggi?
«Sempre stato berlusconiano. Il presidente, nonostante l’età e la pandemia, dà sempre suggerimenti e direttive, per me resta un faro, l’unico con le idee chiare».
E i parlamentari con il bonus? Caso diverso dal suo?
«Non capisco perchè l’Inps ha fatto filtrare questa notizia, ha lanciato il sasso nello stagno per vedere quante onde produce. Sarebbe opportuno che i 3 o i 5 parlamentari si dichiarassero, è una questione di trasparenza. Poi giudicherà l’elettore con il voto».
Lei è molto noto nella Bassa friulana. Reazioni in paese?
«Chi non ha le mie idee politiche, mi ha mandato messaggi di solidarietà e sostegno, mi ha fatto piacere. Ad Aquileia sanno quello che faccio, il mio impegno nel sociale e nel lavoro sono sotto gli occhi di tutti». —
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