Boldrin: «L’Italicum? Uno schifo»

Il leader di “Fare”: «Una farsa l’abolizione delle Province, noi in lizza nei Comuni»

Parla un po’ in veneto e un po’ in italiano ed elimina così le barriere col pubblico, tra curiosi e sostenitori del movimento. Il leader di Fare per fermare il declino, Michele Boldrin, ha esposto ieri al Caffè Municipio i punti cardine della suo movimento, in vista delle elezioni europee del 25 maggio.

Già dalle prime battute emerge che nel panorama politico attuale, Fare si presenta come una mosca bianca nel suo posizionamento politico che, generalizzando secondo le logiche italiane, risulta più vicino al centrodestra, come emerge anche dall’elettorato al quale punta il partito. «In Italia - ha sottolineato Boldrin - per far capire gli obiettivi del nostro partito, se dovessi scegliere tra la platea della Fiom e quella del Rotary, sceglierei la seconda». Boldrin parla di movimento liberal popolare democratico, con un’idea di Europa molto chiara. Infatti è un grande sostenitore della Comunità, e vuole «un’Italia che torni protagonista, facendo prima i compiti a casa».

Da “tifoso” dell’Unione Europea, però, Boldrin ha un nemico da eliminare al più presto: la burocrazia. In questo senso, l’obiettivo di Fare è di ridurre il peso della Commissione europea per aumentare quello del Parlamento. Un Parlamento che dovrebbe avere alcuni poteri in delega da quelli nazionali. «A partire – ha sottolineato il leader di Fare – da una politica di difesa comune, con un unico ministro e un unico esercito».

Guardando al panorama continentale, il leader di Fare ha detto di guardare con attenzione agli indipendentisti veneti. «Oggi è una follia, ma spinte di questo tipo hanno fatto nascere molti stati dell’Europa orientale, dopo la caduta dell’Unione Sovietica». Sul governo Renzi, Boldrin non ha risparmiato gli attacchi. «Non è una politica seria - ha tuonato - l’Italicum è uno schifo, che ha come unico risultato di tenere le minoranze fuori dal Parlamento». E sull’abolizione delle Province: «È una farsa. Declassa gli enti e non cambia niente nelle strutture. Serve una vera riforma del titolo V della Costituzione».

Se l’obiettivo di Fare è avere voce in Europa, il movimento però sta partendo anche dal basso e punta a entrare nelle amministrazioni comunali. In provincia, come ha sottolineato l’avvocato pordenonese Alessandro Da Re, Fare si presenta alle elezioni di Porcia, Sacile e Roveredo.

Daniele Boltin

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