Bofrost, prima azienda al mondo a tracciare due prodotti surgelati

E ora, insieme con Roncadin, punta alla pizza margherita. L’ad Tesolin: «Così dimostriamo la nostra qualità»

È la prima azienda al mondo del settore a “tracciare” i propri prodotti. Due i primi ad avviare la sperimentazione: il merluzzo e il carciofo. E, prossimamente, saranno ancora i primi a tracciare il primo prodotto “complesso”: la pizza Margherita, insieme alla Roncadin di Meduno.

L’azienda è Bofrost, la più importante realtà italiana della vendita porta a porta di alimenti surgelati, con sede a San Vito al Tagliamento, oltre 237 milioni di euro di fatturato e 2.200 dipendenti.

Lo ha fatto utilizzando la blockchain, non proprio agevole da spiegare ma si tratta di una tecnologia in grado di garantire la massima trasparenza e la tracciabilità di tutti i passaggi di una fornitura. Il che significa che del merluzzo che abbiamo acquistato, inquadrando con lo smartphone il codice Qr oppure digitando il numero sul sito internet di Bofrost, sapremo dove esattamente è stato pescato, qual è il nome della nave e anche dove si trova ora, quando è stato lavorato e surgelato, dove è stato immagazzinato, quando è entrato nel magazzino Bofrost.

Stessa cosa per il carciofo: sapremo in quale campo è stato coltivato, qual è l’azienda agricola, che genere di lavorazioni ha subito, dove e quando è stato surgelato. Avremo anche a disposizione la certificazione di qualità e il dettaglio delle analisi organolettiche del prodotto.

«La ragione per cui abbiamo iniziato questo percorso - spiega Gianluca Tesolin, amministratore delegato di Bofrost Italia - è la volontà di fornire al consumatore, che è sempre più attento ai temi della sostenibilità e della tracciabilità, tutte le informazioni e la massima visibilità sui percorsi e sui processi relativi ai nostri prodotti.

Siamo pionieri nell’impiego della blockchain nei surgelati che richiede investimenti importanti che coinvolgono tutti gli attori della filiera. Per iniziare abbiamo scelto due prodotti rappresentativi del nostro catalogo che bene descrivono il nostro modo di lavorare: il merluzzo, pesce che proviene dai mari del Nord e utile a far comprendere la pesca sostenibile, e il carciofo, prodotto tipico italiano».

Se questo è stato l’esordio, molto interessante è lo sviluppo. «Stiamo lavorando con Roncadin alla certificazione del primo prodotto composto, ovvero la pizza Margherita. È anche questa una sfida - prosegue Tesolin - perché, pur essendo la più semplice delle pizze, ha comunque 7/8 ingredienti, e la complessità quindi si moltiplica per il numero dei composti e dei fornitori. Ma sono certo che raggiungeremo l’obiettivo».

Certificare la Margherita prodotta a Meduno significa non solo fornire informazioni preziose ai consumatori, ma anche issare la bandiera del made in Italy su questo prodotto: preparato in Italia, con mozzarella italiana, pomodoro campano, origano siciliano, farina friulana... Grazie alla blockchain il cosiddetto “italian sounding”, ovvero la scelta di nomi che vagamente ricordino l’Italia per spacciare per italiani prodotti che non lo sono, finirà per essere svelato per com’è: un’imitazione.

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