Bocciata la candidatura Unesco del fiume Tagliamento: il caso spacca la politica regionale

L'avevano presentata all'Aula i consiglieri regionali delle opposizioni, riscontrando però da subito la contrarietà dei consiglieri di maggioranza, che hanno parlato di «strumentalizzazione in quanto non si fa alcun accenno alla salvaguardia delle popolazioni rivierasche e dei territori circostanti»

UDINE. Patti finanziari, assestamento di Bilancio, legge sull’edilizia e Autonomia fanno litigare, da settimane, maggioranza e opposizioni in Aula. Da una manciata di giorni, però, all’elenco dei motivi di attrito tra centrodestra e il resto del parlamentino regionale va aggiunto quello del fiume più importante del Friuli Venezia Giulia: il Tagliamento.

Il Tagliamento o, per essere più precisi, la speranza che il fiume diventi patrimonio dell’Unesco come richiesto da una mozione presentata dal Patto per l’Autonomia – cui si è aggiunto il resto della minoranza – e rispedita al mittente dal centrodestra al termine della seduta di giovedì.

Il testo predisposto originariamente da Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli prevedeva una richiesta di aiuto, anche finanziario, da parte della Regione per arrivare in tempi brevi all’iscrizione del Tagliamento nella tentative list dei siti Unesco, il passaggio preliminare dell’iter di candidatura.

«Lungo il corso del fiume – ha spiegato Moretuzzo - vi sono tre siti Natura 2000, denominati Valle del Medio Tagliamento con all’interno la Riserva naturale del lago di Cornino, Greto del Tagliamento e Bosco di Golena del Torreano, oltre al sito in prossimità della foce del fiume, cioè la Pineta di Lignano.

La Regione, pertanto, ha già formalmente affermato l’importanza di tale corridoio fluviale, riconoscendo il suo carattere di unicità. E lo ha fatto anche sottoscrivendo con il Wwf European Alpine Programme un protocollo di intesa riguardante l’area del fiume per la sua candidatura a riserva della biosfera del programma Mab dell’Unesco.

Si tratta di un’opportunità importante, ma in considerazione dell’unicità e dell’importanza del Tagliamento, risulta sicuramente più interessante considerare la candidatura a bene Unesco».

Gli autonomisti hanno ottenuto l’appoggio del Pd con Mariagrazia Santoro che ha sottolineato come «un riconoscimento Unesco non fissa alcun vincolo», ma dall’altra parte della barricata (politica) non hanno trovato grandi alleati.

Il forzista Franco Mattiussi, ad esempio, ha evidenziato come «l’Unesco non permette alcune iniziative, come ad esempio agli impianti sciistici di Bolzano non sono consentite costruzioni oppure ulteriori modernizzazioni», ma sono stati soprattutto i leghisti – con Maddalena Spagnolo in prima linea – a opporsi.

C’è chi, ad esempio, come Stefano Turchet, ha sottolineato l’impossibilità di svolgere le gare di rally all’interno del Tagliamento in caso di riconoscimento da parte dell’Unesco e chi, come il capogruppo Mauro Bordin, ha chiesto – invano – a Moretuzzo di ritirare la mozione per analizzarla in Commissione.

Prima della bocciatura da parte del centrodestra, quindi, è intervenuto anche l’assessore Fabio Scoccimarro a presentare quello che, a suo dire, è un progetto più ampio che interessa il Tagliamento e su cui si sta impegnando in prima persona.

«Da oltre un anno sto lavorando – ha detto – a un’iniziativa ambientale e turistica legato alla candidatura all’Unesco più ampia che coinvolga non soltanto il fiume Tagliamento, ma comprenda anche le sorgenti del Piave e le opere derivatorie e di bonifica del Medio e Basso Friuli realizzate nel Medioevo, nell’800 e nel 1920-40 e che possiamo definire le “cattedrali della bonifica”».

L’assessore, anche lui previa richiesta di ritiro della mozione per una condivisione più ampia, si è detto dispiaciuto per questa strumentalizzazione partitica della minoranza «che ha cercato una sorta di muro contro muro con un inesistente referendum pro o contro il fiume, mentre la giunta ha già avviato da tempo i contatti ai massimi livelli con il ministero degli Esteri e della Cooperazione oltre che con gli altri dicasteri competenti per realizzare il progetto». —

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