«Bisogna salvare i biotipi di Flambro e Virco»

Il professor Livio Poldini: Europa e Regione hanno investito, ma mancano piani di gestione
TALMASSONS. È allarme per i biotopi di Flambro e di Virco: sono stati spesi ingenti capitali per istituirli, compreso il centro visite al mulino Braida, ma non ci sono risorse per mantenerli in condizioni naturalistiche ottimali. Il rischio è l’estinzione di elementi floristici e faunistici di pregio.

L’allarme è lanciato dal professor Livio Poldini, studioso di botanica con immenso curriculum di pubblicazioni e direzioni di enti regionali, invitato al mulino di Flambro dalle associazioni locali per l’ambiente, dove è giunto accompagnato da una folta rappresentanza del Wwf triestino.

Mario Salvalaggio ed Ermanno Zanello, referenti di Airone bianco e La marculine, hanno interpellato lo studioso sullo stato di salute dell’area umida, percorrendo insieme i sentieri che si addentrano fra le olle.

«La Regione e l’Europa hanno fatto investimenti importanti per salvaguardare questo ambiente pregevole ma mancano piani di gestione – ha detto Poldini –, tutto è sbolognato ai Comuni e alle associazioni. La soluzione è andare oltre ai provvedimenti di Natura 2000 e Zps, trasformando i biotopi di Virco e Flambro in riserva naturale».

Questo si chiederà alla Regione, oltre che di farsi tramite con il mondo venatorio, per un uso condiviso per turismo e caccia.

Secondo l’esperto «la perimetrazione e la messa a tutela non è che il primo passo. Mancando le attività agricole che, prelevando foraggio e strame, tenevano in equilibrio le zone umide, le specie rare vengono invase dal cespugliame».

La macerazione di grandi masse vegetali, dunque, crea un eccesso di fertilizzazione, inoltre la falda – a causa di prelievi per usi diversi – è abbassata mediamente di oltre due metri. Mancando dunque giusta umidità e magrezza dei terreni, è a rischio la continuità di un habitat considerato di interesse scientifico prioritario a livello europeo e oltre.

«Cosa resterà fra un po’– scherza amaro il professore –, visiteremo solo il centro visite?». Poldini sollecita nell’immediato di estendere i benefici di sfalcio a tutte le categorie agricole, suggerendo di avviare le masse vegetali ai digestori per produrre energia pulita e compost.
(p.b.)

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