Bidello precario senza stipendio: «I soldi stanno finendo»
Arrivato da Battipaglia, ha preso una camera d’albergo ad Azzano. Il sindacato Flc Cgil chiede alla Caritas aiuto per i precari in trasferta

PORDENONE. Assunto tre mesi fa e mai pagati con i fondi del Pnrr (Piano di ripresa e resilienza) nelle scuole a Pordenone: tra i precari che arrivano da lontano e hanno finito i soldi di scorta c’è Gianfranco Andreiuolo.
Ha fatto la valigia a 51 anni e preso il “treno del sole” da Battipaglia a Pordenone, a fine estate, per firmare il contratto di assunzione a scuola: lavora, ma lo stipendio non c’è. «Non arrivano da Roma gli stipendi di oltre due mesi – reclama Andreiulo – e senza soldi non si va avanti. È una sofferenza».
È la Caporetto delle buste paga, quella di Andreiuolo e altri precari: è collaboratore scolastico in un istituto comprensivo a Pordenone e vive in albergo. Pendolare da Azzano Decimo, si sposta in pullman per risparmiare il carburante dell’auto.
«Venti euro al giorno di spesa per una camera, grazie alla gentilezza della proprietà – ha raccontato il precario assunto con fondi Pnrr – e mi arrangio a sopravvivere in attesa dei mesi di stipendio non pagati. Per fortuna la gente è solidale a Pordenone e mi trovo bene anche a scuola, ma il ministero non può trattarci in questo modo».
I mesi estivi li ha passati come operaio nel settore conserviero, in campagna a Battipaglia. «I soldi che ho guadagnato nell’estate 2023 sono a esaurimento – va avanti il precario –. Lo stesso destino riguarda centinaia di supplenti che si sentono abbandonati dallo Stato: bidelli, amministrativi, docenti che lavorano e non vedono un euro».
I precari pagano per lavorare. «I sacrifici si fanno per cumulare il punteggio – è questo l’obiettivo di mille precari pordenonesi –. Lavoro nella scuola dal 2020 e forse il prossimo anno avrò abbastanza punteggio per entrare nella cosiddetta “graduatoria 24 mesi”. Così scatteranno le assunzioni annuali con lo stipendio sicuro».
Il sindacato Flc Cgil dà voce alla protesta. «È inaccettabile questo stallo di mesi – rileva il segretario Giuseppe Mancaniello –. La gente lavora e non ha soldi per mantenersi. Chiediamo per loro aiuto alla Caritas: servono borse spesa e alloggi Ater a centinaia di precari della scuola che arrivano da altre regioni».
I precari fanno funzionare l’istruzione in bidellerie, segreterie, laboratori e cattedre. A rischio per tanti di loro c’è anche l’incasso, il 13 dicembre, della tredicesima. «Chissà quando arriverà la tredicesima – non si fa illusioni Andreiuolo –. Il contratto di assunzione scadrà il 31 dicembre, ma dovrebbe essere aggiornato sino all’aprile 2024. È una misura necessaria per evitare il collasso dei servizi nelle scuole».
Ci sono centinaia di supplenti abituati ai ritardi, ma chi arriva da lontano si indebita per riempire il frigo e fare il pieno di benzina.
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