Chi non investe è fuori: al Best Performer Friuli Centrale le imprese che non mollano

Lunedì a Feletto Umberto l’evento organizzato da Nem con le migliori aziende dell’area. Dai colossi come Abs e il gruppo Cividale alle realtà più piccole si punta sull’innovazione

Riccardo De Toma
Marco Bruseschi (da sinistra), Cecilia Durisotto, Massimo Masotti, Elisa Toppano e Valter Mattiussi
Marco Bruseschi (da sinistra), Cecilia Durisotto, Massimo Masotti, Elisa Toppano e Valter Mattiussi

Sembra paradossale, ma se è l’incertezza a rallentare gli investimenti, continuare a investire è l’unica strategia possibile. Da grandi realtà come Abs o il gruppo Cividale a Pmi da pochi milioni di fatturato, cambia il numero di zeri ma le ricette si assomigliano. E se il manifatturiero del Friuli Centrale può continuare a guardare con relativa fiducia all’orizzonte, sia pure nei mari più tempestosi di sempre, è perché la leva degli investimenti non si è fermata.

Dietro agli oltre 11 miliardi di ricavi delle quasi 3 mila aziende del territorio, c’è sicuramente anche questa consapevolezza, particolarmente spiccata tra chi rappresenta quasi la metà della torta, le 100 Best Performer premiate lunedì a Feletto Umberto, nell’evento organizzato dal Gruppo Nord Est Multimedia - che pubblica il Messaggero Veneto e altri cinque quotidiani. A portare i saluti il sindaco di Tavagnacco Giovanni Cucci, e Alberta Gervasio, presidente di Civibank, partner dell’evento.

Da Abs al Cosef

Partendo dai colossi, a destare impressione sono i quasi 600 milioni di investimenti del piano a medio termine di Abs, illustrato dal ceo Marco Di Giacomo. «Una parte rilevante – spiega – sarà destinata alla logistica, per rendere più efficiente le movimentazioni di merci sia in entrata che in uscita».

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L'evento è in programma il 22 settembre a Feletto Umberto

Oltre a questo, uno dei grandi assi prossimi a essere calati sarà il nuovo forno da 700 mila tonnellate. L’impianto garantirà una riduzione del 30% delle emissioni di CO2 entro il 2030. E sostenibilità è un imperativo categorico anche per una realtà come il Cosef, il Consorzio di sviluppo economico del Friuli, 330 aziende insediate e oltre 11 mila dipendenti tra Ziu, Aussa Corno, Cividale e Alto Friuli.

«Nei prossimi tre anni – spiega il presidente Marco Bruseschi – metteremo a terra un piano da 63 milioni di investimenti, concentrati su viabilità e logistica». Ma il Cosef guarda oltre: non solo al progetto di cold ironing dei porti, finanziato dalla Regione, che coinvolgerà tutti gli scali del Fvg, ma anche a un futuro forse non lontano in cui tra i servizi Cosef potrebbe rientrare la gestione dei database.

Il ruolo delle banche

Se gli investimenti sono la conditio sine qua non, sempre più centrale diventa il ruolo delle banche. Ne è convinta Civibank, con la presidente Alberta Gervasio e con il direttore generale Luca Cristoforetti, che ricorda come il budget 2025 per gli impieghi verso le imprese Fvg sia di oltre 500 milioni, il 20% in più rispetto al 2024. Guardano alla stessa filosofia anche la riorganizzazione della struttura commerciale della banca, «non più generalista ma specializzata, con due reti destinate a retail e patrimoni e due divisioni destinate alle imprese».

Verso il futuro

Se il presente è all’insegna dell’incertezza, immaginare il futuro si può e si deve. Lo fanno grandi realtà come il Gruppo Cividale, davanti al rischio concreto che i dazi alzino ulteriormente l’asticella, «dopo che il conflitto russo-ucraino e le sanzioni hanno azzerato forse per sempre un mercato importante come la Russia», rimarca la presidente Chiara Valduga. E lo fanno realtà piccole ma dinamiche della logistica come Masotti o Fau Trasporti.

«Di qui a dieci anni – spiega Massimo Masotti – credo che l’80% delle merci viaggerà su treno o su nave e che per le imprese del settore fare rete sarà una scelta obbligata». Risposte, queste, anche all’improba sfida del ricambio generazionale, in un settore, ricorda la consigliera di Fau Trasporti Cecilia Durisotto, «dove l’età media degli autisti viaggia verso i 55 anni».

Le scommesse

Nonostante la geopolitica e nonostante i gap strutturali, c’è ancora chi scommette sulle proprie aziende, magari in un settore che vive un momento difficile come il legno. «Paghiamo il contraccolpo del boom post Covid», spiega Giovanni Gervasoni, presidente dello storico gruppo di Pavia di Udine, eccellenza del design friulano. Futuro fa rima con fiducia anche per Idea Horeca solutions, che sta sviluppando un’app basata sull’Ai per la gestione degli ordini, come annuncia il contitolare Maurizio Orzan, o per Mattiussi Ecologica, che ha saputo imporre i suoi bidoncini per la differenziata anche all’estero, aprendo filiali in Uk e Portogallo.

«Con un modello – spiega il ceo Valter Mattiussi – fortemente basato sull’economia circolare e anche sul design del prodotto». E c’è perfino chi, ricorda il dg di Pilosio Alessandro Zanatta, ha saputo andare controcorrente sbarcando proprio quest’anno negli Usa, grazie a una partnership che porterà in America il suo innovativo brevetto di ponteggio sospeso. Negli Usa va già quasi il 20% del fatturato di Eps Italia, parte di una multinazionale specializzata nella cura di impianti sportivi e manti erbosi, fresca aggiudicataria di una mega commessa da Milano-Cortina 2026.

«Ma i mercati – ammonisce il direttore generale Luca Tosolini – avrebbero bisogno di chiarezza sulle regole». E l’incertezza sui dazi, forse, è già peggiore dei dazi. 

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