Bersaglieri, entusiasmo per il raduno sul Piave

L’Ariete presente con la bandiera di guerra. Ma tutte le più alte autorità erano a Trento per gli alpini

«Signori, siamo sul Piave!».

Impettiti sull’attenti, sguardo diritto, i 20 mila bersaglieri arrivati a San Donà di Piave da tutta Italia hanno aspettato rispettosi attimi prima di infilare con solennità il ponte di ferro sul fiume sacro alla Patria.

Tanti, i più vecchi, avevano i lucciconi agli occhi, soprattutto quando le oltre 60 fanfare hanno intonato sfilando le prime note de “La leggenda del Piave”.

È stato un grande successo questo 66º raduno nazionale dei bersaglieri Piave 2018, quello del centenario. «Il migliore tra tutti quelli a cui abbiamo partecipato» hanno esclamato tanti fanti piumati.

La manifestazione, baciata da una giornata splendida, è partita alle 9 con gli onori alla bandiera di guerra dell’11° Reggimento bersaglieri di Orcenico della brigata Ariete di Pordenone, presente con un picchetto d’onore comandato dal colonnello Giuseppe Zizzari e la fanfara, davanti all’enorme palco delle tante autorità intervenute, di fronte al duomo cittadino, punto d’arrivo della sfilata.

L’itinerario si è snodato lungo 3.798 metri, con un passaggio sul ponte militare gettato dal 2º Genio Pontieri di Piacenza. Portava a Musile di Piave costeggiando il ponte di ferro di San Donà, dove era previsto il ritorno.

I 300 bersaglieri del Fvg hanno sfilato con in testa il presidente regionale Giuseppe Iacca seguito dal presidente provinciale Alfredo Imbimbo. Davanti al palco delle autorità – tantissimi i sindaci intervenuti – i bersaglieri hanno estratto dalla tasca un fazzoletto tricolore e lo hanno sventolato.

Ad aprire i discorsi è stato il generale di brigata Ottavio Renzi, presidente dell’Anb, che ha parlato di come il raduno sia il luogo dove rinverdire i valori contenuti nella «bandiera, davanti a cui non ci si alza in piedi neanche più».

Poi i saluti del generale Riccardo Marchiò, decano in servizio del Corpo e comandante del Nato Joint Force Command di Brunssum, a cui ha fatto seguito il discorso del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi.

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha parlato dei valori assenti nelle persone che in questi giorni hanno sabotato i treni verso Trento e le scritte vergognose contro gli alpini. «Non chiamiamoli fuori di testa: sono delinquenti – ha detto – Bisogna ricominciare a insegnare l’educazione civica nelle scuole».

Qualche mugugno, da parte dei bersaglieri, nel notare che le più alte autorità dello Stato (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro Roberta Pinotti, il generale di stato maggiore della Difesa Claudio Graziano, il generale di stato maggiore dell’Esercito Salvatore Farina – presente a San Donà sabato sera –, oltre alla presidente del Senato Elisabetta Casellati) sono intervenute tutte al raduno degli alpini di Trento, che si svolgeva (scelta peraltro improvvida)in contemporanea.

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