Bavit, dopo la chiusura arriva il fallimento

PAVIA DI UDINE. Dopo la chiusura è arrivato il fallimento. E i lavoratori aspettano da cinque mesi l’assegno di cassa integrazione.
È ancora aperta la vicenda del crollo della Bavit srl, società insediata nella Ziu che per trent’anni ha operato nel settore della minuteria metallica.
Che l’impresa arrivasse a questa conclusione più di qualcuno l’aveva già intuito da tempo, ma di certo i lavoratori non si aspettavano di dover attendere tutti questi mesi prima di ricevere quell’agognato assegno per la Cigs, la cassa integrazione straordinaria aperta per crisi aziendale a giugno.
Fabiano Venuti della Fim Cisl ha chiamato a raccolta gli ormai ex dipendenti della Bavit, una trentina di lavoratori, per comunicare la decisione del tribunale di Udine: la sentenza che dichiara il fallimento della società nella persona dell’amministratore unico Lorenzo Cossio e fissa l’udienza per l’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato Andrea Zuliani, il 7 marzo 2014.
Come prevede la legge, i creditori potranno presentare domande di insinuazione al passivo e questo significa che «gli ex dipendenti della Bavit potranno chiedere di recuperare il Tfr che gli spetta», spiega Venuti, il quale specifica che invece non ci sono mensilità arretrate.
Intanto, però, come si diceva, resta l’attesa per l’arrivo dell’assegno della Cigs, che per molte famiglie sarà un’autentica boccata d’ossigeno considerando che molti ex operai e impiegati sono tutt’ora senza un lavoro.
«Siamo tutt’ora in attesa del decreto del ministero – spiega Venuti –, senza il quale l’Inps non può pagare gli assegni di cassa integrazione».
L’ammortizzatore sociale durerà fino al giugno 2014, dopo «saranno attivabili le procedure di mobilità. Per fortuna questi lavoratori ne potranno usufruire appieno perché in seguito alla riforma Fornero sono stati eliminati questi strumenti per i licenziamenti individuali e dal 2017 anche per quelli collettivi che comunque subiranno una riduzione a partire dal 2015».
Insomma, il “paracadute sociale” esiste, ma per ora non si può aprire, almeno finché il ministero non darà il via libera. E agli ex dipendenti di Lorenzo Cossio non resta che tirare la cinghia in attesa di tempi migliori.
Gianpiero Bellucci
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