Bancarotta fraudolenta alla Ulisse Srl: un anno e 4 mesi

Ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione Massimo Breggion Udinese di 60 anni, ex titolare assieme al padre e al fratello di numerose concessionarie Fiat fra Udine, Cervignano e Latisana, accusato di bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della società udinese Ulisse srl.
Si tratta di una immobiliare che è stata dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Udine del 29 aprile del 2011.
L’udienza è stata celebrata ieri al tribunale di Udine dinanzi al giudice per le udienze preliminari Daniele Barnaba Faleschini che ha accolto l’istanza di patteggiamento presentata dai legali di fiducia di Breggion, avvocati Stefano Comand e Luca Ponti.
Le ipotesi di bancarotta fraudolenta contestate dal pubblico ministero Marco Panzeri erano tre.
Secondo la pubblica accusa, allo scopo di recare pregiudizio ai creditori, Breggion avrebbe dissipato la liquidità della Ulisse Srl che si trovava in una situazione di difficoltà economica per un ammontare di 378.997 euro disponendo un finanziamento di pari importo nel corso dell’esercizio 2009 a favore della ditta controllata “2 Emme marine srl”, che pure attraversava una situazione difficile, in assenza di qualsiasi contropartita o di giustificazione economica.
Avrebbe poi, stando a una seconda ipotesi di reato, provocato un dissesto alla Ulisse srl deliberando l’accollo da parte di quest’ultima di un mutuo ipotecario acceso dalla “2 Emme Marine srl”, società da lui stesso legalmente rappresentata, alla Bcc di Staranzano. Anche in questo caso, l’operazione era stata fatta senza che vi fosse alcuna contropartita, ma con il solo intento di supportare finanziariamente la “2 Emme Marine srl”. Purtroppo a nulla sarebbe valso l’intervento, visto che la 2 Emme Marine sarebbe stata dichiarata fallita dal Tribunale di Udine il 18 aprile 2011.
La terza ipotesi di reato contestata a Breggion consisteva nella rivalutazione dei fabbricati di proprietà della Ulisse siti a Udine. Un’operazione con la quale sarebbe stato aumentato il valore originario degli stabilimenti da 1.107.000 a 2.530.728 euro, sarebbe quindi stato attribuito agli immobili un valore sovrastimato rispetto a quello effettivo.
La linea difensiva dei legali di Breggion ha teso a dimostrare che non si sarebbe trattato di operazioni destinate alla mera distrazione di capitali, quanto di un trasferimento di liquidità dalla Ulisse, società controllante, alla controllata “2 Emme Marine” nel tentativo di risollevare le sorti di quest’ultima. Un’operazione sfortunata che, purtroppo, non è bastata a impedirne il fallimento.
Anche per questo, l’istanza di patteggiamento su una pena minima, (un anno e quattro mesi appunto) cui il pubblico ministero ha prestato il consenso, è stata accolta dal giudice.
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