Bambola tossica: bimba in ospedale

Il “Baby trottolino” sequestrato in tutta Italia: elementi nocivi 260 volte superiori al consentito
Una bambola altamente tossica, di fabbricazione cinese e di importazione pugliese, è stata sequestrata, su tutto il territorio nazionale, dalla procura della Repubblica di Pordenone. La stessa, infatti, presenta elementi di tossicità di 260 volte superiore al consentito. A scoprire il tutto sono stati i carabinieri della Compagnia di Pordenone e del Nas di Udine. A fare scattare l’allarme è stato un padre di famiglia, residente in città, che nei giorni scorsi ha portato in ospedale la figlia di due anni poiché, dopo essere venuta a contatto con la “Baby trottolino” – questo il nome della bambola – ha manifestato chiazze sui polsi e sulle cosce. Altre sei bambole simili sono state trovate in un centro commerciale pordenonese (parte lesa) e ne è stato disposto il ritiro in tutta Italia. La Compagnia dei carabinieri di Pordenone, guidata temporaneamente dal maresciallo Andrea Quintavalle, ha disposto, nell’imminenza delle festività natalizie e di Capodanno, una serie di controlli sui materiali pirotecnici e su quelli prettamente del periodo, come i giocattoli, anche nei centri commerciali. I militari dell’Arma hanno effettuato verifiche, naturalmente, anche sulla qualità dei prodotti, decisamente importanti in questo momento visto che la crisi economica porta spesso le famiglie a risparmiare, “dimenticando” però l’importanza della qualità di quanto viene acquistato. Una bambina di due anni, alcuni giorni fa, è stata medicata al pronto soccorso pediatrico del Santa Maria degli Angeli di Pordenone: il padre, infatti, l’aveva portata in ospedale perché presentava chiazze colorate su polsi e coscie. La diagnosi parlava di possibile virosi. Il padre della piccola, nel frattempo, sospettava di quella bambola, acquistata pochi giorni prima in un centro commerciale di Pordenone. Si trattava di una bambolina dal nome “Baby trottolina”, fabbricata in Cina ed importata in Italia dalla ditta Mazzeo Giocattoli con sede a San Severo di Foggia. I carabinieri della stazione di Pordenone, guidati dal maresciallo Antonio Vescio, e quelli dei Nas (Nuclei antisofisticazioni e sanità) di Udine – sulla base della denuncia sporta dal padre della piccola – hanno quindi avviato accertamenti sul giocattolo: e la bambolina, infatti, presentava una quantità di sostanza tossica pari al 26 per cento laddove il limite consentito dalla legge è solo dello 0,1 per cento. Si tratta di ftalati, ovvero esteri dell’acido ftalico: sono una famiglia di composti chimici usati nell’industria delle materie plastiche come agenti plastificanti, ovvero come sostanze aggiunte al polimero per migliorarne la flessibilità e la modellabilità. Quanto agli effetti sulla salute, studi sui roditori avrebbero dimostrato che un’elevata esposizione agli ftalati provoca danni al fegato, ai reni, ai polmoni e allo sviluppo. Il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pordenone, Piera De Stefani, ha quindi disposto il sequestro in ambito nazionale di quella tipologia di bambola, comprese le sei rimaste in vendita nel centro commerciale di Pordenone (ma accantonate preventivamente dagli stessi carabinieri e dallo stesso centro) che, lo ricordiamo, risulta come parte lesa nella vicenda. Il pubblico ministero, inoltre, ha incaricato i Nas di attuare la disposizione di sequestro, mentre l’ipotesi di reato che si configura nel caso è quella prevista dall’articolo 441 del Codice penale, ovvero l’adulterazione di cose in danno della salute pubblica. Altre 400 bambole sono state accantonate dal centro di smistamento provinciale di giocattoli. Il padre della bimba, invece, ha sporto querela e sul caso è stato aperto un fascicolo per l’ipotesi di reato di lesioni. La piccola, tra l’altro, dopo essere stata medicata, è stata dimessa dall’ospedale con la prognosi di pochi giorni.

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