Azzerati gli ordini garantiti Scatta l’allarme per Lavinox

Azienda e sindacati convocati in Regione. Fiato sospeso per i 110 dipendenti Il 16 febbraio scadranno gli ammortizzatori sociali e non sono rinnovabili



Azzerati i volumi garantiti alla Lavinox di Villotta di Chions da parte di Electrolux Professional: scatta l’allarme dei sindacati di Fim, Fiom e Uilm e dei 110 addetti.

Il lavoro è all’osso e il 16 febbraio scadranno gli ammortizzatori, ma non c’è possibilità di rinnovo. Si teme, quindi, per il futuro delle maestranze e delle loro famiglie.Il timore del tracollo è sempre più forte. Da quanto si è appreso, gli addetti si stanno occupando della realizzazione di alcuni bidoni per aspirapolveri, lavorazioni “ereditate” da un sito lombardo del Gruppo Sassoli. Altro non c’è e soprattutto, come hanno messo in luce le forze sociali, tutti gli impegni assunti dalla proprietà sul fronte in primis degli investimenti e dell’innovazione sono stati disattesi.

La tensione è alta: azienda e sindacati sono stati convocati in Regione il 14 novembre. «La situazione è più drammatica di sempre – non ha esitato a dichiarare il sindacalista di Fim Cisl, Denis Dalla Libera –. I volumi di Electrolux Professional sono stati azzerati e gli addetti si stanno concentrando su alcune lavorazioni trasferite a Villotta da un altro stabilimento dei Sassoli. I macchinari presenti in fabbrica sono ormai obsoleti. Non ci sono né nuovi ordini né prospettive: siamo seriamente preoccupati per il futuro dello stabilimento e dei lavoratori. Allo stato attuale, dopo il 16 febbraio non ci sarà più nulla». Quindi l’auspicio che nel confronto in Regione la proprietà, grande assente dei tavoli precedenti, si presenti.

«I Sassoli devono presenziare: non possiamo continuare a interagire con rappresentanti dell’impresa – ha messo in luce Dalla Libera –. La proprietà deve sedersi al tavolo e chiarire quali sono le proprie intenzioni. Questa situazione di limbo deve finire: in ballo c’è il futuro delle maestranze e delle loro famiglie».

I sindacati si chiedono che fine abbia fatto il progetto di trasferimento della produzione del sito di Aviano della Sarinox, che conta una ventina di addetti, nella fabbrica di Villotta. «Non vediamo passi avanti significativi nemmeno su questo fronte – hanno dichiarato Fim, Fiom e Uilm –. I Sassoli avevano annunciato la chiusura del sito di Aviano per concentrare la produzione in Lavinox, ma quali azioni sono state compiute? ». I sindacati hanno rammentato ai Sassoli che «Lavinox è stata salvata dopo il fallimento grazie all’impegno delle maestranze. Dopo il crac è infatti ripartita grazie al milione e mezzo di euro garantito col Tfr dei dipendenti. Fare sapere ai lavoratori quale sarà il loro destino è il minimo, dopo anni di impegno e sacrifici notevoli». «Questa vicenda va avanti da anni ed è sempre più intricata – ha commentato Roberto Zaami di Uilm –. A farne le spese sono i lavoratori. È tempo che i Sassoli chiariscano una volta per tutte cosa intendono fare».

Il sindacalista Gianni Piccinin di Fim, che segue Sarinox, nei mesi scorsi aveva osservato che la vendita potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza. «Se i Sassoli non sanno cosa fare, è bene che vendano – aveva detto –. Se dobbiamo incontrarci per scaldare la sedia, noi non ci stiamo. Vogliamo risposte serie e concrete e un piano credibile e soprattutto sostenibile». —



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