Avvocati all’attacco: «Exe non può essere messa in liquidazione»

«La liquidazione di Exe non può andare in porto se ci sono pendenze di questo genere». È laconico Marco Pittalis, l’avvocato che ha seguito la ditta Francesco Cancellu nel contenzioso contro Exe, la...
Di Michela Zanutto

«La liquidazione di Exe non può andare in porto se ci sono pendenze di questo genere».

È laconico Marco Pittalis, l’avvocato che ha seguito la ditta Francesco Cancellu nel contenzioso contro Exe, la società per la raccolta dei rifiuti partecipata dalla Provincia di Udine. A Pittalis è già stato affidato il compito di presentare una richiesta di risarcimento danni che chiamerà in causa anche Palazzo Belgrado. «Per giurisprudenza deve essere chiamato a rispondere anche il soggetto pubblico – spiega –. Si tratta di un’azione di responsabilità che si tradurrà in un giudizio contabile, la vicenda perciò sarà segnalata anche alla Corte dei conti».

Sulla richiesta di risarcimento multimilionario l’avvocato dei Cancellu non si sbilancia. Se non anticipando che con tutta probabilità si procederà al più tardi a settembre con sequestri preventivi. Sul piatto ci sarebbero pure le quote della partecipata di Exe, Palm’è, l’asta pubblica si conclude lunedì 22 agosto, anche se in questo caso la cifra supera di poco i 30 mila euro.

Tutto comincia con la proposta di acquisto sottoscritta da Exe per la discarica di Bolotana, il 24 giugno 2013. Il documento prevede che il pagamento sarà perfezionato non appena il tribunale di Nuoro accoglierà il piano di rientro dei debiti presentato dalla Francesco Cancellu srl.

Intanto Exe lavora a Bolotana in virtù di un contratto d’affitto «al prezzo simbolico di 10 euro ogni tonnellata conferita – ricostruisce il tribunale – da detrarsi dal prezzo di acquisto». Il 22 maggio del 2015 scadono i termini per l’acquisto, Exe temporeggia e i Cancellu accordano diversi rinvii. «Il 5 giugno 2015 Exe comunica di non essere in grado di procedere all’acquisto, non avendo le necessarie risorse finanziarie». È il 22 giugno 2015 quando i Cancellu chiedono a Exe di lasciare la discarica, ma Exe sceglie di restare e «continua a esercitare l’attività». Il 6 agosto Exe scrive ai Cancellu «rifiutando il rilascio e affermando di non ritenere seriamente configurabili scenari alternativi di cessione a diversi soggetti – scrivono i giudici –». La difesa di Exe punta il dito contro i vincoli sugli immobili, motivo per cui non avrebbe proceduto all’acquisto del sito di Bolotana. Invece il tribunale censura la condotta di Exe, condannandola al risarcimento di 20 mila euro.

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