Aviosuperficie, si muove la Difesa Corsa contro il tempo per l’accordo

Il ministro ha autorizzato la trattativa per la convenzione. Se non si firmerà in sei mesi, iter azzerato Comune regista, ma non intende accollarsi il canone. Si fa strada l’ipotesi di co-utilizzo con un’azienda
Negli stessi giorni in cui l’Enac sospende formalmente le attività di volo e di istruzione nell’aviosuperficie della Comina, il ministero della Difesa autorizza lo Stato Maggiore a procedere nella stipula della convenzione di co-uso dell’area. La trattativa entra nel vivo – perché la partita ora si sposta sui soldi – e il Comune di Pordenone conta di cominciare a trattare entro Natale. Al suo fianco c’è il sottosegretario Gioacchino Alfano che la scorsa settimana ha incontrato il vicesindaco Eligio Grizzo e il primo cittadino di San Quirino Gianni Giugovaz durante un sopralluogo alle strutture militari del Friuli occidentale.


«C’è l’autorizzazione del ministro della Difesa a procedere con la stipula della convenzione», annuncia Eligio Grizzo. L’accordo dovrà essere stipulato tra il Comune di Pordenone e la Direzione Difesa Servizi, deputata alla valutazione dei canoni e alla gestione dei beni demaniali. «Il sottosegretario alla Difesa ci ha assicurato che seguirà l’iter della pratica».


Una volta stesa la bozza di accordo per l’uso dell’aviosuperficie e, soprattutto, il canone di affitto, la palla passerà agli altri inquilini dell’area: l’Aeroclub Comina, il V Rigel, la protezione civile comunale, il ministero della Difesa, l’Azienda per l’assistenza sanitaria. Ed è proprio grazie a questa alta densità di fruitori che il canone potrebbe scendere dai 44 mila euro annui di mercato a una cifra molto inferiore. Come noto, infatti, nell’aviosuperficie operano l’elicottero del 118 e i voli per trasporto organi ed esercitazioni di protezione civile ed elicotteri militari. L’eventuale concessionario del Comune – verosimilmente l’Aeroclub la Comina, come avvenuto dal 1998 a oggi – dovrebbe corrispondere il canone di affitto che potrebbe scendere sino a 10-15 mila euro l’anno. Di certo, «il Comune chiuderà la partita, ma sarà chi utilizza l’area a metterci il denaro», puntualizza Eligio Grizzo.


C’è poi un’azienda che potrebbe beneficiare dell’aviosuperficie, la Alpi Aviation di San Quirino, che produce aerei proprio nella zona adiacente l’area militare. «È una risorsa per il territorio e credo che non vi saranno obiezioni alla possibilità di utilizzo della pista. Un no significherebbe una grave perdita». Da qui l’intenzione di concordare una sorta di “tariffa di noleggio” in base al numero dei voli effettuati o delle ore di utilizzo dell’area. Un’opzione che permetterebbe di abbattere ulteriormente la quota canone a carico dell’aeroclub.


«Prima di Natale contiamo di avere il primo incontro, per gettare le basi della convenzione», è l’auspicio del vicesindaco, che invita ad avere pazienza: «Sono cose che hanno i loro tempi, ma sono ottimista sul buon esito della vicenda».


Nella partita si inserirà verosimilmente anche il Comune di San Quirino: è sul suo territorio che ricade la pista e la quasi totalità dell’area demaniale militare, mentre gli hangar della protezione civile ricadono sul territorio di Pordenone che si è accollata l’onere della costruzione con la Regione.


Mentre, dunque, la partita politica si gioca a Roma, ce n’è un’altra che corre in parallelo, ed è quella con l’Enac. L’Ente nazionale per l’aviazione civile ha sospeso per sei mesi la scuola di volo della Comina e depennato l’aviosuperficie dalle mappe di volo. Ma se la convenzione fosse firmata entro il prossimo semestre, rispristinare i nulla osta sarebbe molto più semplice che non se dovessero decadere ed essere quindi riacquisiti daccapo.


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