Aussa Corno, i soldi della Regione usati per altri scopi: indagati Strisino e Serena

SAN GIORGIO DI NOGARO. Degli oltre 21 milioni di euro erogati dalla Regione al Consorzio per lo sviluppo industriale della zona Aussa Corno, quasi 11 sarebbero stati usati per finalità diverse da quelle cui erano stati destinati. Ossia per l’acquisto di una serie di terreni. Il che, in tesi accusatoria, configura l’ipotesi di reato della malversazione a danno dello Stato.
Ed è questa l’accusa che la Procura di Udine ha contestato a Cesare Strisino e a Marzio Serena, nelle loro rispettive funzioni di allora presidente e di tutt’ora direttore del Consorzio industriale, nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato in queste ore ai diretti interessati e ai rispettivi difensori.
Avviata più di un anno fa e condotta dalla Guardia di finanza, l’inchiesta punta a fare luce sulla gestione dei finanziamenti che la Ziac ottenne dalla Regione tra il 2002 e il 2009. Nel procedimento risulta indagato anche lo stesso Consorzio, in virtù della legge 231/01 sulla responsabilità amministrativa dell’ente per i delitti commessi da propri dipendenti e manager.
Secondo i pm Viviana Del Tedesco e Marco Panzeri, invece di usare tutti i 21.265.702,54 euro ricevuti nel tempo a copertura dei mutui per la realizzazione di opere di completamento e potenziamento di infrastrutture e attrezzature nell’ambito di Porto Nogaro, Strisino e Serena ne avrebbero adoperati non meno di 10.910.481,93 per l’acquisto delle aree denominate “ex Oleificio”, “ex Montecatini” ed “ex Cogolo”, ex Decof ed ex Radicifil.
Sommerso da debiti per circa 45 milioni di euro, il Consorzio è entrato da qualche tempo in liquidazione. L’incarico è stato affidato dalla Giunta regionale a metà dello scorso mese di novembre al commercialista udinese Marco Pezzetta.
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