Augura lo stupro sui social, la difesa di Contessi: "Sono stato frainteso, volevo difendere le donne vittime di violenza"

Il presidente dell'Ance Fvg, su Facebook "Ci Erre", ha attaccato Puente, il giornalista udinese della testata online Open. Al centro del botta e risposta l’inchiesta sulla violenza che colpisce le donne
Il commento su Facebook postato da Ci Erre, Roberto Contessi (a destra)
Il commento su Facebook postato da Ci Erre, Roberto Contessi (a destra)

UDINE. Un articolo che parla degli stupri in Italia, ultimo quello di Milano dove una donna di 45 anni è stata violentata al parco da un ragazzo straniero, su un gruppo chiuso di Facebook. Poi una serie di commenti tra chi prova a scardinare la dialettica razzista “extracomunitario uguale aggressore” e chi invece la giustifica augurando all’autore del pezzo di avere una «figlia o una sorella stuprata da uno di quei bei ragazzi che manteniamo nelle caserme».

Il giornalista Puente attaccato su Fb dal presidente dell'Ance Fvg: "Gli auguro di avere una figlia o una sorella stuprata"

Nasce da qui la polemica che in queste ore sta investendo Roberto Contessi, presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili del Fvg, o “Ci Erre” come si legge sul suo profilo Facebook. Dietro l’articolo invece c’è la firma di David Puente, giornalista e cacciatore di bufale che, dopo aver contattato il presidente Ance, ha deciso di denunciare quanto è accaduto pubblicando le fotografie della conversazione sui suoi profili social. Immagini che hanno scatenato in poche ore centinaia di commenti di solidarietà verso il giornalista di Open tra cui l’Ance nazionale.

Che cosa è successo
Ma per capire cosa è successo è necessario riavvolgere il nastro della cronologia sui social. Puente riceve sabato pomeriggio, intorno alle 16.55, una mail da un amico di Udine che gli segnala che, sotto un post del profilo chiuso “Noi di Udine”, l’utente Ci Erre ha augurato all’autore dell’articolo del giornale online Open (dove si parla degli stupri in Italia con un focus sulla nazionalità di aggressori e vittime), Puente per l’appunto, di avere una figlia o una sorella «stuprata da uno di quei bei ragazzi che manteniamo nelle caserme e poi aspettare tre gradi di giudizio per dichiararlo colpevole».

Le conversazioni tra Puente e Contessi pubblicate dal giornalista sui social
Le conversazioni tra Puente e Contessi pubblicate dal giornalista sui social

Dopo poco il post e il corollario di commenti vengono cancellati dal gruppo. «Mi sono iscritto io stesso al gruppo per controllare la veridicità di quanto mi avevano girato», ha spiegato Puente. Ma prima di contattare via Messenger (intorno alle 20) il signor Ci Erre nella speranza di una smentita, il giornalista ha cercato di capire meglio chi ci fosse dietro quel profilo: «L’utente aveva pochi post ma una foto e il nome Roberto Contessi come radice del contatto su Facebook. Scorrendo tutta la sua bacheca poi ho visto il ritaglio di un articolo dove si parla di costruzioni ed edilizia. Non contento e temendo di cadere nella trappola di un leone da tastiera, ho deciso di controllare l'organigramma sul sito dell'Ance e confrontare i nomi con i membri dell'organizzazione. Insomma tutto combaciava».



I messaggi in privato

Da qui parte allora il botta e risposta tra il giornalista e Contessi. Puente spera in una smentita e chiede al presidente se gli sembrava il modo di rivolgersi all'autore dell'articolo che a sua volta attacca, non fa alcun passo indietro e accusa il cronista di essere “amico di Carola”, un “comunistello”, piegando la cronaca dell’articolo al suo “credo politico”. Le cose cambiano quando Puente si rivela come autore dell’articolo. Contessi prima resta fermo nelle sue posizioni, poi vira verso una spiegazione: le sue parole non sono un’offesa ma un «paragone», un «paradosso», utile a chi scrive per non dimenticare il punto di vista delle vittime di violenza. La discussione tra i due finisce praticamente qui. Poco dopo il giornalista di Open decide di passare dalle parole ai fatti e pubblicare sui suoi social gli screenshot e l'identità di Ci Erre. «Questa mattina (ieri,
ndr
) ha provato a contattarmi ma per me la questione si chiude qui. Se avesse voluto scusarsi per le parole usate poteva farlo la prima volta, non ora», ha concluso Puente.



La risposta di Contessi

Nel pieno del tam tam sui social, il profilo di Contessi viene modificato: spariscono prima i post, poi la foto del presidente viene sostituita con un’anonima immagine di un uomo con un noto profumo. La radice del nome del profilo però resta. Il dirigente Ance ammette di essere l’autore del commento: «L'ho scritto io, è vero, ma le mie parole sono state fraintese perché il mio pensiero non è quello. Condanno lo stupro, a prescindere dal colore, ma credo che dovremmo considerare anche il punto di vista delle vittime di violenza. Gli articoli come quelli pubblicati rischiano di dimenticare le donne e tutelare chi compie l'atto criminoso».

Consapevole di aver «usato un tono sbagliato» e che «indietro non si torna», il presidente Ance respinge le accuse di essere razzista (e, con le parole «Ho molti amici stranieri», l'ha scritto anche in privato al giornalista). «Ho fatto una battuta infelice, un paradosso. Nessuno mette in dubbio che la violenza va condannata e che leggere le mie parole così fanno un certo effetto. Ma, come ho provato a spiegare al blogger, dobbiamo capire che chi subisce il danno ha una posizione diversa. E poi parlavo come cittadino privato, amico tra l’altro di una persona che la violenza l’ha subita».

La modifica del profilo Ci Erre
La modifica del profilo Ci Erre


“Ci Erre” però, per quanto un’abbreviazione, corrisponde a Roberto Contessi e le sue parole hanno presto fatto il giro della rete: «Sono consapevole di avere un ruolo pubblico, per quanto piccolo. Il mio tono che sembra tanto severo in realtà nasconde la mia volontà di discutere tranquillamente, mettendo sul piatto altre argomentazioni. E partendo da un fatto preciso: la violenza di Milano. Non tutte le violenze in genere. Poi è indubbio. Se fossi una ragazza avrei paura a girare da sola di notte».

Le reazioni
Bastano poche ore e gli screenshot pubblicati iniziano a fare giro dei social. Arriva immediata la solidarietà di giornalisti, scrittori e associazioni. Non si fa attendere l’Ance Nazionale che sul suo Twitter prende «netta distanza da ogni espressione offensiva o violenta in quanto incompatibile con i valori associativi e con i principi del nostro Codice Etico al rispetto di quali sono tenuti tutti gli associati, a partire dai vertici».

Parole che risuonano come macigni per Contessi che ribatte: «Affronterò la questione. Le parole sono mie e mi prendo tutta la responsabilità nonostante, lo ripeto, fosse un invito a rivedere il proprio punto di vista. Quelle frasi non erano rivolte al giornalista, che tra l'altro non conosco. Mi ha contattato in privato, mi sono sentito punzecchiato e ho risposto». Solidarietà a Puente anche dal Partito democratico del Fvg, tramite le parole di Renzo Liva: «È incredibile che da così elevate cariche rappresentative possano giungere messaggi di questo livello». Sulla notizia è intervenuta anche l’assessore comunale di Pordenone Guglielmina Cucci: «Uno stupro è uno stupro, da qualunque uomo venga commesso e qualunque donna ne sia vittima».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto