Prata come Napoli: il parroco ultrà don Pasquale guida la festa scudetto
Caroselli, fuochi d’artificio e bandiera in canonica dopo la vittoria del tricolore. «Eravamo una ventina, è stato bello». Grande sportivo, segue anche la Tinet

Quello che ha trascorso è stato un venerdì di passione calcistica. Don Pasquale Rea, il parroco tifoso, ha guidato i festeggiamenti e i caroselli di Prata di Pordenone, uno dei paesi che ha festeggiato più vivacemente, a queste latitudini, la vittoria dello scudetto del Napoli. Ha anche issato una bandiera azzurra sul balcone della canonica.
«Eravamo una ventina, la metà tifosi del Napoli, altri simpatizzanti della parrocchia di Santa Lucia che volevano assistere alla gara – racconta don Pasquale – a dirla tutta non è che la prima mezz’ora della partita tra Napoli e Cagliari sia stata cosi semplice. Il pallone nella porta dei sardi non voleva entrare». Poi è arrivata la prodezza del giocatore preferito di don Pasquale, Scott McTominay: la sua mezza rovesciata ha sbloccato il punteggio, poi rimpinguato dall’azione solitaria di Lukaku che ha regalato il definitivo 2-0.
Don Rea è uno dei grandi tifosi della Tinet Prata che ha vinto la stagione regolare di volley A2 uomini, ottenendo il secondo posto in coppa Italia. Nel corso della stagione aveva paragonato McTominay all’attaccante pratese Jernej Terpin, che da poco ha rinnovato. «Il Cagliari non ha regalato nulla. Mi ha impressionato il suo centrale difensivo, Mina, prima di capitolare al gol di Lukaku. Abbiamo acceso i fuochi d’artificio e infine abbiamo improvvisato i caroselli, sotto la pioggia, in tutto il viale principale di Prata».
Un’abbondante decina di auto con le bandiere al vento ha scorrazzato per via Roma, dalla sede dei carabinieri al comando di polizia locale. Dai balconi sono spuntate bandiere azzurre, come due anni fa. «Per fortuna – scherza don Pasquale – non c’era il comandante Angelo Segato. Lui è tifoso della Fiorentina: mi avrebbe fatto la multa».
Prata centro come via Toledo a Napoli. «La festa nel capoluogo campano è stata memorabile, però io avrei festeggiato volentieri al pomeriggio, come nei primi due scudetti. Bello vivere un altro tricolore del Napoli qui in Friuli, la terra di Meret e di Scuffet, due campioni». Infine la domanda che don Pasquale rivolge a se stesso. «Conte rimarrà? Mi auguro di sì. All’inizio avevo delle riserve su di lui. Ma poi ci ha trascinato a questo traguardo, regalandoci una grande gioia. Ti prego, Antonio. Resta con noi».
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