Atap, un tesoretto da 18 milioni investito in Banca Mediolanum

Così fino al 2017: la nuova governance ha diversificato gli investimenti La situazione è stata spiegata in sede di commissione bilancio: saldo positivo 

Un filo diretto con Milano Atap lo ha sempre avuto. Il primo agosto del 2017, quando si è insediata la nuova governance della società, ha trovato “in pancia” all’azienda del trasporto pubblico locale 18,6 milioni di liquidità depositati nelle banche e 19,4 milioni di attività finanziarie che non costituivano immobilizzazioni. Di questi ultimi, ben 18,4 milioni erano stati concentrati nello stesso istituto di credito: la Banca Mediolanum spa, la banca di Ennio Doris, partecipata per il 30 per cento da Fininvest. Il restante milione era ed è rimasto alla Banca nazionale del lavoro.

Anche se oggi c’è chi leggerà l’operazione finanziaria come una operazione politica – all’epoca il presidente di Atap era Mauro Vagaggini, esponente di Forza Italia, e Finivest è sinonimo di famiglia Berlusconi –, va detto che sotto il profilo formale l’operazione era pienamente legittima. Alla fine ha anche prodotto un utile complessivo (anche se l’esposizione finanziaria è stata progressivamente ridotta dal nuovo cda) di 258mila euro.

La situazione di partenza e i successivi passaggi sono stati spiegati dall’amministrazione comunale con un documento redatto dal presidente di Atap, Narciso Gaspardo, ai consiglieri della prima commissione, in occasione dell’esame del bilancio consolidato del Comune.

La nuova governance di Atap ha preferito non concentrare in modo monopolistico le operazioni finanziarie per cui ha progressivamente ridistribuito le attività tra altre banche: Unicredit Spa, Banca Generali Spa, Banca Patrimoni Sella Spa (oltre a Bnl e Mediolanum appunto).

Queste gestioni, comunque, saranno progressivamente chiuse, così come saranno distribuite sempre più le riserve della società. È infatti in atto l’alleggerimento preliminare – questo l’indirizzo dei soci ovvero dei Comuni (Pordenone in testa) – alla cessione delle quote. Ora che il Consiglio di Stato ha sbloccato la gara per l’aggiudicazione del trasporto pubblico regionale (su gomma) a Tpl Fvg Scalcar (il soggetto giuridico formato dalle quattro aziende di trasporto della regione), gli enti locali della provincia non sono più interessati a mantenere le azioni. Pordenone in particolare sta sollecitando la Regione a dare seguito al nuovo soggetto, in seno a Friulia, che dovrebbe acquisire le quote degli enti locali e assegnare loro le risorse corrispondenti. Milioni di euro che saranno funzionali agli investimenti che l’amministrazione Ciriani sta portando avanti. Anche nell’ultimo consiglio comunale, il sindaco di Pordenone ha spiegato che le risorse delle quote Atap serviranno (per 12 milioni) a finanziare la casa di riposo (la seconda) che l’Asp (azienda servizi alla persona) Umberto I costruirà a Porcia, in un terreno adiacente a villa Dolfin. —

M.Mi.



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