Arriva Ezio Bosso, il pianista più forte della sua malattia

Grande appuntamento sabato per il concerto di Ezio Bosso, il pianista, compositore e direttore d’orchestra torinese che ha emozionato il grande pubblico con la sua partecipazione, lo scorso anno, al festival di Sanremo palesando così la sua malattia neuro-degenerativa che non ne frena però talento, entusiasmo e creatività.
A Pordenone (inizio concerto alle 21) presenterà il suo primo disco solista di pianoforte: “The 12th room”, doppio album in cui due storie si fondono in una.
È’ composto da un primo disco di 12 brani e un secondo con la sonata che non si interrompe mai (pur essendo divisa in tre movimenti) della durata di 45 minuti circa. Ogni suono è prodotto interamente dal pianoforte e le dinamiche sono state mantenute rispettando l’esecuzione, la postproduzione è stata minima e basata sul concetto di far avere all’ascoltatore l’esperienza di sentirsi quasi dentro il pianoforte, come fosse il pianoforte stesso una stanza in cui entrare.
I brani, dalla forte carica empatica, rappresentano un percorso meta-narrativo dello stesso Bosso. Sono storie di stanze, che rivelano da dove egli proviene, dove si trovano le radici della musica che scrive. Rivelano i due musicisti che convivono in lui: il compositore e l'interprete.
La filosofia che sottende i brani del suo album parte da una teoria antica che dice che la vita sia composta da dodici stanze. Sono le dodici in cui lasceremo qualcosa di noi, che ci ricorderanno. Dodici sono le stanze che ricorderemo quando passeremo l’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. E quindi si può tornare alla prima. E ricominciare.
Ezio Bosso si è avvicinato alla musica a quattro anni, grazie a una prozia pianista e al fratello musicista. A 16 ha esordito come solista in Francia cominciando così a girare le orchestre di mezza Europa. Ma è l'incontro con il maestro Ludwig Streicher a segnare la svolta della sua carriera artistica. Da quel momento il suo percorso è stato indirizzato verso lo studio di composizione e direzione d'orchestra, frequentando i corsi all’accademia di Vienna. Ha diretto, tra le altre orchestre, London Symphony, London Strings, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Filarmonica '900 e Filarmonica della Fenie.
Prolifico, innovativo e raffinato, il suo talento si è esercitato nei più disparati e complessi ambiti musicali, dalle composizioni classiche per le grandi orchestre sinfoniche, da camera o solistiche, alle colonne sonore per il cinema, fino al teatro, alla danza e alle sperimentazioni con i ritmi contemporanei. Si è distinto anche come compositore di colonne sonore per il cinema, ricevendo due nomination al David di Donatello per “Io non ho paura” e “Il ragazzo invisibile”.
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