Applausi del Coni al nuovo stadio Friuli

Malagò: «Senza impianti non c’è futuro, sono con Pozzo al cento per cento» E il cantiere diventa anche un’arma per vincere la crisi: 400 posti di lavoro
Di Cristian Rigo

Anche il Coni applaude al progetto del nuovo stadio Friuli, unica via per garantire un futuro al calcio e all’Udinese, ma anche opportunità per creare nuovi posti di lavoro e contribuire a superare la crisi economica oltre che strumento per allontanare in modo definitivo la violenza e aprire invece le porte alle famiglie. Non soltanto per assistere alla partita, ma sette giorni su sette. Per tutti questi motivi, il neopresidente del Coni, Giovanni Malagò si è schierato a fianco di Giampaolo Pozzo: «Sono con te al cento per cento», ha detto il numero uno del Coni rivolgendosi al patron dell’Udinese.

Udine e l’Udinese come modello insomma. Sull’esempio di quanto fatto con lo Juventus stadium (il primo stadio in Italia di proprietà di una società sportiva) e forse anche un passo più in là. Perché il nuovo Friuli punta a diventare un centro sportivo polifunzionale con palestre, piscine, una clinica ortopedica, bar, ristoranti e magari anche la sede del Coni regionale o provinciale e di altre associazioni. La partita della domenica non sarà l’unica occasione per fruire dell’impianto.

In più, il progetto del Friuli, che resterà di proprietà comunale, è stato fatto senza legge sugli impianti sportivi sfruttando lo strumento della cessione per 99 anni del diritto di superficie che ha permesso a Udinese e Comune di superare molti ostacoli risolvendo un rebus che in altre città è rimasto senza soluzione. «E se il progetto è sostenibile dal punto di vista finanziario in una cittadina di appena 100 mila abitanti lo sarebbe a maggior ragione nelle grandi città», ha precisato Pozzo. Il “modello Friuli” potrebbe essere la strada giusta per rinnovare l’intero movimento del calcio italiano (che ancora oggi si basa su impianti comunali vecchi e ormai superati) riducendo il gap con l’Inghilterra e la Germania.

«Non ci può essere nessun futuro dello sport in Italia, a qualsiasi livello, senza territorio, società, associazioni sportive, dirigenti, imprenditori che investono e volontari. E senza impianti - ha detto Malagò che ha voluto vedere di persona il nuovo progetto, già approvato dal Coni -. Le nostre case sono gli stadi, i palazzetti, le palestre. Presidente Pozzo sono con te al cento per cento. So cosa significano questi progetti in termini di occupazione (l’Udinese stima che saranno creati 400 posti di lavoro compreso l’indotto durante il cantiere e circa 40 dopo per la gestione, ndr). Una capienza di 25 mila posti mi sembra perfetta, perché sarà uno stadio a misura di famiglia fruibile 7 giorni su sette e che renderà molto difficile comportarsi in modo non corretto. Non dico che sarà impossibile, ma di sicuro gli impianti aiutano a far vivere lo sport nel modo più consono». Ricevendo in omaggio una maglia dedicata dell’Udinese, Malagò ha poi strappato la promessa al patron Gianpaolo Pozzo che lo stadio nuovo sarà pronto entro la fine del 2014. Data che si è segnato in agenda per tornare a Udine a inaugurarlo.

Proprio ieri è arrivato infatti anche il via libera della commissione edilizia del Comune, il penultimo tassello (la prossima settimana toccherà alla commissione provinciale di sicurezza sui pubblici spettacoli) necessario per poter poi bandire la prima mini-gara che servirà a spostare il terreno di gioco sotto l’arco della Tribuna, operazione che partirà subito dopo la fine di Udinese-Atalanta, penultima di campionato. «Il 13 maggio - ha assicurato Pozzo con il presidente Franco Soldati e il direttore amministrativo, Alberto Rigotto - partiranno i lavori. Se non avessimo fatto lo stadio non avremmo potuto fare più calcio tra qualche anno in questa città. Abbiamo 15 mila abbonati, ma la domenica ne vengono allo stadio 11 mila perchè mancano i servizi. Realizzare questa operazione è una dimostrazione d’affetto verso la mia città e i miei tifosi». E con il nuovo stadio l’Udinese punta a veder crescere anche i ricavi, indispensabili per poter trattenere i campioni a incominciare da Muriel.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

GUARDA LA FOTOGALLERY

E COMMENTA

www.messaggeroveneto.it

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto