Anioc, l’orgoglio degli insigniti

Oltre 400 delegati in provincia, un convegno nazionale di successo

«Un Paese è nazione solo quando accetta il proprio passato e assume per tutto ciò che è accaduto nella sua storia una responsabilità collettiva». E’ questo il messaggio del 41° convegno nazionale degli insigniti Anioc, il primo a Pordenone, delegazione guidata da Silvio Romanin. Oltre 400 delegati per tre giorni in Friuli, alloggiati negli hotel cittadini.

A Rivolto, per l’esibizione delle Frecce tricolori, i delegati sono stati ospiti del comandante del 313° Jan Slangen, della Base Stefano Tessaro, accompagnati dal maggiore Andrea Soro: una mattinata «indimenticabile», è stato il commento generale e pranzo con i piloti della Pan. Quindi, la sera, il concerto della fanfara dell’11° reggimento bersaglieri e del Coro Ana di Vittorio Veneto, all’Aldo Moro di Cordenons.

Il congresso si è tenuto al Verdi, con il presidente nazionale Carlo Amedeo Giovanardi, il segretario generale Maurizio Monzani, il sindaco Claudio Pedrotti e il prefetto vicario Alessandra Vinciguerra. Tra gli intervenuti, Michele D’Andrea, già dell’ufficio cerimoniale del Quirinale; dopo la visita alla città (apprezzata per ordine, pulizia, accoglienza e proposte d’arte) e al duomo (con monsignor Otello Quaia), in serata, la cena a Villa Manin.

Ultimo giorno congressuale: il ricordo dei Caduti al monumento con il “Silenzio” e il bandierone dell’Ana Pn centro, e la messa in duomo, concelebrata dal vescovo Giuseppe Pellegrini, dal consigliere spirituale Marco Malizia e dal vice Augusto Piccoli.

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