Animalisti a processo per i raid in mezzo Friuli

A Osoppo, Forgaria, Sedegliano e nel Pordenonese i “colpi” dell’Alf tra il 2005 e il 2006. In quattro sono accusati di concorso in incendio, imbrattamento e minaccia.

ANTEPRIMA Udine 23 GENNAIO.Conferenza stampa CC. IL LIDER DURIA ARRESTATO ASSIEME A TRE PERSONE RITENUTE RESPONSABILI DI ATTI A FONDO ANIMALISTA MESSI A SEGNO NELLE ULTIME SETTIMANE IN FRIULI
ANTEPRIMA Udine 23 GENNAIO.Conferenza stampa CC. IL LIDER DURIA ARRESTATO ASSIEME A TRE PERSONE RITENUTE RESPONSABILI DI ATTI A FONDO ANIMALISTA MESSI A SEGNO NELLE ULTIME SETTIMANE IN FRIULI

UDINE. Sono accusati, a vario titolo, di avere messo a “ferro e fuoco” cinque anni fa locali e aziende tra Pordenone e Udine sotto la firma dell’Alf (Animal liberation front), per boicottare l’industria delle pellicce e del commercio di carne animale. Ieri, i quattro sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone Piera Binotto (pubblico ministero d’udienza Piera De Stefani, dell’inchiesta Annita Sorti). Si tratta di: Roberto Duria, 53enne di Comeglians, difeso dall’avvocato Lucio Calligaris; Antonio Avitabile, 34 anni, di Abano Terme, difeso dagli avvocati Leonardo Arnau e Luca Sebastianutto; Giancarlo Bonini, 39 anni, di Campegine, difeso dagli avvocati Vainer Burani e Mery Mete; Derry Da Pozzo, 24 anni, di Torrile, difeso dagli avvocati Elisa Marta Mereu e Giovanni Stellato.

I quattro sono accusati di concorso in incendio, imbrattamento e minaccia per avere dato alle fiamme quattro veicoli del salumificio Coletti Pierino & C. di Flagogna di Forgaria il 22 gennaio 2006, avere imbrattato le mura della stessa azienda e avere scritto “Fuoco alle fabbriche di morte”.

A Duria e Avitabile sono attribuiti anche l’imbrattamento dell’insegna, delle vetrate e delle pareti esterne della trattoria al Cacciatore di Sedegliano il 19 settembre 2005; sono inoltre accusati di avere telefonato al locale («Cambia nome o ti faccio chiudere il locale») costringendo il titolare a cambiarne denominazione, il 13 novembre 2005, di avere tagliato gli pneumatici dell’auto di un socio dello stesso titolare e di avere tagliato i tubi erogatori di quattro pompe di benzina, sempre a Sedegliano, l’8 gennaio 2006. Ad Osoppo, l’8 gennaio 2005, i due sono accusati di avere incendiato un furgone della ditta Tuttocarni (il fuoco si propagò anche ad una tettoia e all’impianto elettrico), di avere imbrattato la parete esterna dell’opificio e di avere minacciato i titolari apponendovi la scritta, con la vernice, “Macellai al macello, animali liberi”.

A Duria, infine, viene contestato anche l’incendio di un autocarro adibito a trasporto animali dell’azienda agricola Marson Caterina, a San Vito al Tagliamento, la notte tra il 12 e il 13 novembre 2005, l’imbrattamento dell’immobile di proprietà della Officina friulana diesel srl di San Vito e di avere offeso l’onore e il decoro del titolare della stessa società.

Il gip ha rinviato a giudizio Giancarlo Bonini (prima udienza il 19 dicembre). I rimanenti tre hanno chiesto di accedere al rito abbreviato condizionato all’audizione dei vigili del fuoco per chiarire le caratteristiche dell’incendio, rinviando l’udienza al 6 dicembre.

Respinta, infine, l’eccezione sull’incompetenza territoriale del giudice.

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