Amato De Monte: «Sono devastato,ma io sono secondario»

UDINE.
Le sue parole sono come macigni: «Sono profondamente devastato come uomo, come padre, come medico e come cittadino». Sono parole di grande sofferenza e dignità civile quelle che pronuncia Amato De Monte, primario del primo reparto di anestesia dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, che ha accompagnato Eluana Englaro nel viaggio da Lecco a Udine e che guiderà l'equipe volontaria disponibile ad attuare la sentenza per l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione della donna. Le pronuncia per spiegare la sua decisione, ma soprattutto per lanciare un appello ad abbandonare la retorica e le strumentalizzazioni sul caso di Eluana e a comprendere il dolore e la sofferenza dei protagonisti. Oltre che un duro giudizio su chi - dalla Chiesa alla politica - ha trasformato la storia di Eluana, fino a dimenticare le reali condizioni della donna.
«Tutti i miei sentimenti - ha detto in un'intervista esclusiva a Marinella Chilico al
Tgr
del Friuli Venezia Giulia - passa nettamente in secondo piano davanti al dolore della famiglia Englaro».
«Io penso - ha aggiunto - che tutta la società civile dovrebbe fare un grosso ripensamento su questa tematica e soprattutto sullo scollamento che su questo problema esiste tra il sentire sociale e la posizione della politica e della Chiesa».
Parlando del viaggio della notte scorsa De Monte racconta di aver toccato «con mano la grossa diversità che c'è fra il vissuto che abbiamo avuto tutti, quindi l'opinione pubblica, di questa ragazza che ci è stata sempre presentata nel fiore della giovinezza e - ha sottolineato - trovarmi, invece, davanti, a una persona che è completamente diversa dall'immaginario che penso ognuno di noi si era creato di questa ragazza».
«Queste sono le mie prime e ultime parole sull'argomento - ha sottolineato con forza - e penso di potermi fare portavoce anche della famiglia Englaro nel reclamare assolutamente la più totale privacy in questo dolorosissimo momento».
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