Altro locale in vendita Dopo il Porca l’Oca tocca a Le Tentazioni

Ma in città sono sul “mercato” pizzerie al taglio e tanti negozi Gli operatori: le consegne a domicilio non sono sufficienti
Chiara Benotti

sacile

Ristoranti, pizzerie e panetterie in vendita. “Le tentazioni” sulla Pontebbana lancia l’annuncio sulla vetrina web Subito.it e il titolare Francesco Zanet spegnerà i fornelli con il suo chef il 30 maggio. Dopo la tappa del Giro d’Italia Sacile-Cortina, il futuro è deciso: Zanet gestirà la “Degusteria Ferronato 1929” a Pordenone e addio al locale a San Giovanni del Tempio.

«Cediamo attività, con storia ventennale per cambio vita – è questo l’annuncio –. Punti di forza del locale di 300 metri quadri: arredamento, attrezzatura, ottima posizione sulla Statale 13 con parcheggio».

Clienti pronti alla trasferta a Pordenone e l’incognita è sul futuro gestore a Sacile. «Alla Degusteria ci sarà Francesco Zanet – hanno confermato da Ferronato a Pordenone – che riceve il testimone simbolico da Danilo Pusiol creatore nel 2014 insieme a Rino Ferronato di Degusteria». L’effetto Covid è anche quello di tanti locali in vendita. «È stato un anno di pandemia da tragedia greca – dicono a Sacile alcuni ristoratori –. Siamo tutti vittime del Covid, anche se non contagiati dal virus: i ristori non sono sufficienti per pagare le spese».

Le consegne porta a porta non bastano: in centro città è in vendita una pizzeria da asporto e anche una panetteria vicino a via Cavour, poi l’ex “Porca l’Oca” che il 28 aprile ha rilanciato la proposta sulla piattaforma dell’agenzia Casa.it. «Locale commerciale in vendita – è l’annuncio on line di un’agenzia immobiliare –: trattativa riservata per 120 metri quadri a pianoterra, e abitabile. Il ristorante in posizione centralissima è un super affare per 70 mila euro».

«È stato un anno difficile per la ristorazione e anche il commercio – valuta Alessio Piccoli, consigliere comunale Forza Italia e ristoratore –. Almeno il 40 per cento dell’intero fatturato annuo del settore è andato in fumo ma resistiamo e la sfida va avanti, per i nostri clienti che non ci hanno mai abbandonato».

La formula ibrida che è stata la ciambella di salvataggio nel lockdown è il “delivery” o servizio di asporto o della vendita di prodotti. «Uno scenario che è in continua evoluzione – valutano al “Madera” a Cornadella –. Ripartiamo con grinta ma negli ultimi mesi i consumi fuori casa hanno seguito l’andamento della pandemia e tanti hanno dovuto rallentare l’attività».

Le consegne a domicilio, che rappresentano circa il 12 per cento della spesa complessiva fuori casa dei consumatori, secondo l’osservatorio della Uil-Tucs. Ma non compensano le perdite accumulate nel 2020, che arrivano a oltre il 44 per cento rispetto al 2019. —



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