Alpinista precipita e muore

La vittima è l’udinese Luca Beltrame: proprio ieri aveva compiuto 43 anni

UDINE. Un grave lutto ha colpito il mondo dell’alpinismo e della cultura del Friuli. Nel primo pomeriggio di ieri sulle Alpi Giulie, nel gruppo dello Jôf Fuart, ha perso la vita, precipitando per 200 metri in un nevaio, l’udinese Luca Beltrame, 43 anni compiuti proprio ieri, dirigente bancario con la passione per la montagna. Una passione talmente grande che aveva pure realizzato opere letterarie, come l’ultima pubblicazione “Alpinista d’acqua dolce” che gli ha consentito di aggiudicarsi il premio letterario “Francesco Marcolin 2011”, della sezione Cai di Padova.

La tragedia ieri è avvenuta in un attimo. Beltrame voleva festeggiare il suo compleanno naturalmente tra le montagne. Ma l’uomo purtroppo è morto precipitando per 200 metri dalla parete della cima grande delle Vergini (altitudine 2.150 metri) nel gruppo dello Jôf Fuart poco dopo avere portato a termine una scalata in cordata con l’amico Remigio Stefenatti, 55 anni, di Gemona.

Una fatalità, un maledetto momento. Raggiunta la vetta della montagna salendo lo spigolo sud – ovest, attaccato dalla forcella, i due scalatori avevano superato tutte le maggiori difficoltà alpinistiche (la via sui 200 metri di sviluppo, presenta passaggi di terzo e quarto grado) e quindi avevano cominciato la discesa. Effettuato un primo tratto in corda doppia si trovavano, non legati in sicurezza tra di loro, su di un nevaio sotto la cima quando Luca Beltrame è scivolato (forse inciampando su un rampone, ma la dinamica non è ancora certa), ha perso l’equilibrio ed è precipitato nel vuoto per alcune centinaia di metri sfracellandosi alla base della parete.

Le gravi fratture e lesioni riportate ne hanno causato il decesso sul colpo, ma poi il suo corpo è scivolato per circa altri 300 metri lungo il nevaio, alla base del quale è stato rinvenuto dagli uomini del Soccorso alpino della Guardia di finanza di Sella Nevea e dai volontari della sezione Cnsas di Cave del Predil, intervenuti con l’ausilio dell’elicottero della Protezione civile.

A dare l’allarme sull’accaduto è stato il compagno di cordata testimone impotente della disgrazia che, essendo privo di telefono cellulare (quello di Beltrame era nello zaino), ha dovuto scendere fino al rifugio Pellarini, in località Carnizza di Camporosso, dove ha trovato la titolare Barbara fortunatamente presente sul posto per effettuare alcuni lavori in vista dell’apertura estiva, che ha immediatamente telefonato per richiedere l’intervento delle squadre dei soccorritori.

Quindi, poco dopo le 16, agevolate dagli elicotteri del 118 e della Protezione civile che hanno fatto scendere sotto la parete i medici e i tecnici del soccorso alpino, sono scattate le operazioni dell’intervento concluso con il triste recupero della salma.

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