Allo studio un piano per adottare sistemi di fitodepurazione

PORPETTO. A Porpetto si profila un progetto per la fitodepurazione con l’obiettivo di smarcarsi dal “controllo” del Consorzio acquedotto Friuli centrale (Cafc) e dalle sue “onerose” bollette. Si pensa anche alla miglioria e ripristino degli impianti esistenti: le fosse Imhoff e le vasche condensa-grassi, che con l’aggiunta di un dispositivo (filtro) potranno rimettere in circolo l’acqua. La fitodeputazione è un sistema naturale di depurazione che avviene attraverso il passaggio dell’acqua in vasche con materiale sassoso, piante e microrganismi.
È questo in sintesi quanto emerso dalla conferenza-dibattito organizzata a Porpetto dal comitato Friuli Rurale con la collaborazione del comitato Acqua & Acqua di Fiume Veneto e della lista “Per Terzo”. Il neo sindaco Andrea Dri, ha manifestato interesse: intanto chiederà un incontro al Cafc per capire quali progetti si prospettano per Porpetto a livello di depurazione.
Presente alla serata Roberto Pirzio-Biroli, architetto e professore della Donau Universitaet nonché discendente di quel Savorgnen della rivolta della Joibe Grasse del 1511 e dei De Brazzà, fondatori di Brazzaville. Il docente ha spiegato che in Germania la fitodepurazione è praticamente obbligatoria.
Aldevis Tibaldi, ha ricordato come per la suaparticolarità il territorio porpettese, diviso in quattro centri abitati e da case sparse, sia idoneo a questo tipo di depurazione che permetterebbe di smarcarsi dal Cafc e «dai canoni che incrementeranno negli anni». Ha anche attaccato la Regione sul Piano tutela acque «redatto senza conoscere la complessa realtà della Bassa».
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