Allergie, è in arrivo un’invasione di pollini
Per le prime giornate di questo mese gli esperti hanno previsto concentrazioni molto elevate
Tempi duri per chi soffre di allergie. Il Friuli, dalla montagna al mare, già da giorni è stato invaso da pollini di ogni tipo e da spore insidiose come l’alternaria. E, secondo le previsioni degli esperti, la situazione non migliorerà se il clima continuerà a essere caldo e umido allo stesso tempo.
Il dottor Danilo Villalta, referente tecnico della Direzione centrale salute e protezione sociale dell’Arpa, ricorda infatti che c’è un preciso “calendario dei pollini”. Platani, pioppi, tigli e querce colpiscono gli allergici all’inizio della primavera. Poi sono le graminacee (famiglia di piante erbose che comprende circa 9 mila specie, tra cui granoturco, frumento, orzo e simili) e le ortiche a creare i maggiori problemi per tutti i mesi più caldi. A giugno fanno la loro comparsa anche i pollini di castagno. E pure le piante della famiglia delle Plantaginaceae. Persistono, anche se in declino, le pinacee (alberi con foglie aghiformi) e così pure si registrano le Chenopodiaceae-Amaranthaceae, ossia piante e arbusti con fiori.
L’Agenzia regionale per l’ambiente ha avviato nel 2005 il monitoraggio delle particelle sospese nell’aria che possono causare allergie – come pollini e spore fungine – con lo scopo di creare una rete di stazioni di rilevamento in tutto il territorio regionale. Nella nostra provincia ce ne sono due: una a Tolmezzo per l’Alto Friuli e una nelle vicinanze dell’ospedale di Latisana per la Bassa. «Il Friuli – illustra ancora Villalta – presenta diversi microclimi e, di conseguenza, anche varie diffusioni di pollini. In pianura prevalgono quelli di nocciolo, cipresso, ginepro, mentre in montagna sono più frequenti betulla e graminacee».
Questo tipo di analisi, che si chiama anche aerobiologia, serve soprattutto per redigere i “calendari dei pollini” e sviluppare modelli previsionali di emissione e trasporto dei medesimi. Le piccole particelle sospese nell’aria vengono campionate, riconosciute al microscopio e poi gli esperti ne calcolano la concentrazione in atmosfera, quantificandola in granuli per metro cubo.
Conoscere l’andamento dei pollini, infatti, può aiutare a difendersi dalle allergie e, soprattutto, ad avviare le terapie al momento giusto. Oltre ai farmaci antistaminici e cortisonici (che però agiscono solo sui sintomi e non sulle cause) ci sono anche i vaccini, capaci in alcuni casi di eliminare definitivamente la patologia. «Sono efficaci – chiarisce il dottor Villalta – soprattutto nelle persone che presentano poche allergie, al massimo a un paio. Per i cosiddetti “polisensibilizzati”, invece, non servono a molto». I vaccini vanno però prescritti dal medico, caso per caso, con dosi mirate a seconda dell’allergia. Precedono terapie di 3 o 4 anni per un costo medio di 400 euro all’anno.
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