Allarme terrorismo, dopo anni tornano i militari sul confine

UDINE. Il Viminale era stato chiaro: i 90 uomini dell’esercito destinati al controllo dei confini nordorientali del Paese sarebbero stati inviati in Fvg entro la metà dicembre. E il ministero dell’Interno è stato di parola perchè i primi 35 militari – 32 operativi e 3 con incarichi di tipo logistico – arriveranno in regione lunedì.
Un primo contingente inviato inizialmente a rafforzare i controlli di frontiera nel Tarvisiano – ma con la possibilità di destinarli in futuro ad altre zone in caso di urgenze e necessità – per essere impiegato, congiuntamente alla sessantina di uomini della polizia di frontiera e alla quindicina di agenti del reparto mobile di Padova che già operano sul territorio, con l’obiettivo di monitorare, 24 ore al giorno, i confini con controlli di retrovalico. Il resto del contingente, che rientra all’interno dell’operazione “Strade Sicure” e composto da altri 35 uomini per Trieste oltre a 20 per Gorizia, arriverà invece in Fvg entro la fine della prossima settimana.
Militari e forze dell’ordine dovranno identificare e sottoporre ad accertamento sistematico tutti i cittadini non in possesso di passaporto rilasciato da un Paese aderente agli accordi di Schengen e, in particolare, quelli in ingresso in Italia.
Controlli a campione, però, saranno effettuati pure su chi beneficia della libera circolazione in Europa e, in questo caso, anche su chi sta lasciando il territorio nazionale. Si passeranno al setaccio innanzitutto i documenti degli stranieri, ma, in caso di sospetti, le pattuglie miste potranno svolgere anche perquisizioni mirate: personali e ai mezzi.
«I militari non presiederanno i confini come se esistessero ancora – ha precisato il prefetto di Trieste, Francesca Adelaide Garufi –, ma controlleranno le aree di retrovalico assieme alle forze dell’ordine». E se il dispositivo di intervento verrà definito nei dettagli oggi, in occasione della visita in regione del ministro dell’Interno Angelino Alfano, un plauso alla decisione del Viminale è arrivato dal procuratore capo di Trieste Carlo Mastelloni che nelle scorse settimane aveva denunciato il rischio di infiltrazioni terroristiche provenienti dalla rotta balcanica utilizzata dai migranti.
«Questa misura – ha spiegato – non sarà certamente risolutiva per quanto riguarda la minaccia terroristica, ma certamente rappresenta una risposta consistente per l’osservazione dei flussi migratori, cercando anche di arginarne gli arrivi indiscriminati, in un momento così critico perchè in concomitanza con il giubileo».
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