Agricoltori e residenti: «Campi di mais devastati dai cinghiali»

ARTA TERME. I cinghiali devastano campi di mais praticamente in paese ad Arta Terme. La denuncia proviene da alcuni cittadini che continuano a coltivare i campi prospicienti alle loro abitazioni, ma i danni cagionati dai cinghiali interessano anche campi seminati da alcune aziende agricole che operano nella zona.
Brutto risveglio, sabato 14 settembre, per gli abitanti di Via Città di Noale, nei pressi del Kursaal, che affacciatisi alle finestre delle proprie abitazioni hanno potuto osservare la devastazione, operata da una ventina di cinghiali ai loro campi di mais.
«Ogni volta si avvicinano sempre più alle case – osserva Gianni Zanier – sino allo scorso anno i cinghiali si fermavano a diverse centinaia di metri, questa notte (ieri per chi legge) si sono avvicinati a poche decine di metri dalla mia abitazione».
Per venire a capo della questione è stato contattato il sindaco di Arta Terme e i cacciatori della zona. «Se si continua così, non potremo più coltivare i campi lasciando tutto all’incolto – prosegue Zanier–. Sarà un danno per le aziende e per le famiglie che desiderano prodotti biologici auto coltivati».
Più problemi soffrono le aziende agricole, una ventina lungo l’asta del But, da Cavazzo Carnico a Paluzza. «Rispetto all’anno scorso – dichiara Giosuè Rossi, titolare dell’omonima azienda – quest’anno ho raccolto il 60 per cento in meno. Per sfamare le mie mucche, una cinquantina, ho bisogno di 2.500 quintali di trinciato, che in mancanza di mais proprio devo acquistare da altre aziende, con gravi ripercussioni economiche».
Sotto accusa il silenzio venatorio al cinghiale per il mese di settembre, ma anche le difficoltà che le norme pongono al prelievo della fauna selvatica. «In Austria la caccia al cinghiale è aperta tutto l’anno, con limitazioni per le femmine in alcuni periodi. La Regione permette la caccia notturna al cinghiale, ma ci sono pochi cacciatori disponibili per il problema rappresentato dal buio».
Rossi porta pure il problema di cervi e orsi: «La Regione rimborsa solo in parte i danni che subiamo dagli animali selvatici. Abbiamo provato a cambiare sementi, ma richiamano sempre nuove specie di animali che devastano i campi». Rossi ha timore anche per le predazioni dell’orso, visto che gestisce malga Mediana, non distante da quelle dove sono state uccise alcune pecore. —
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