«Agli islamici una piccola parte di quel capannone artigianale»

MANIAGO
Scontro tra maggioranza e opposizione sulle attività che vengono svolte in una parte del capannone artigianale ubicato via Monfalcone 7, a Maniago: il vicesindaco Umberto Scarabello ha fatto sapere che all’interno, dal 2012, è ospitata l’associazione culturale islamica, ma il capogruppo grillino Antonio Iracà ha messo in evidenza che il piano regolatore non prevede in quell’area l’insediamento di sodalizi culturali, e dunque lo svolgimento di attività di questo genere. La questione è stata discussa nell’ultima seduta di consiglio comunale: tutta l’opposizione aveva depositato un’interrogazione per capire in primis quali attività vengono svolte in via Monfalcone 7, ma anche quali progetti sono in ballo per l’immobile di via Arba 6, destinato a ospitare un nuovo centro di preghiera per islamici.
A illustrare il documento della minoranza è stato Iracà, che non si è detto soddisfatto della risposta della maggioranza, in quanto «si è limitata a spiegare che parte del capannone è destinata all’associazione culturale islamica, ma non ha chiarito a quale scopo». Si parla di un centro di preghiera, ma il Comune non è entrato nel merito. Scarabello ha soltanto dichiarato che «la superficie totale dello stabilimento è di 3 mila metri quadrati. La gran parte è utilizzata per l’attività artigianale, mentre 130 metri quadrati sono stati affidati, sei anni fa, al sodalizio che fa riferimento alla comunità islamica». Di più non è stato aggiunto: il municipio ha comunque tenuto a precisare che gli affidamenti sono stati concessi con regolare contratto. Tutto alla luce del sole, insomma.
Ma c’è un’altra questione sulla quale la minoranza vuole vederci chiaro: il piano previsto per il sito dell’ex Farm, vecchia azienda ubicata sotto il cavalcavia di via Arba, per la quale è in corso una trattativa tra privati. L’obiettivo è farne un nuovo centro di preghiera per musulmani, ma al municipio non è giunta richiesta. «Al Comune di Maniago non è stata depositata nessuna istanza di realizzazione di un nuovo centro di preghiera per musulmani nel quartiere di Sud Ferrovia: non possiamo escludere che sia in corso una trattativa tra privati – ha detto Scarabello –. Chiunque compri un capannone per realizzare al suo interno determinate attività è tenuto a informare il Comune, che ha il dovere di fare rispettare i vincoli imposti dal piano regolatore della città. Va detto, comunque, che in base alla nuova normativa non è previsto il cambio di destinazione d’uso dell’immobile». Su cosa diventerà l’ex Farm, insomma, resta un mistero. «Chiariamo, onde evitare fraintendimenti o strumentalizzazioni, che questa interrogazione congiunta non ha intento discriminatorio di razza o religione – ha concluso la minoranza –. Da parte nostra c’era solamente la volontà di capire lo stato dell’arte».–
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