Adegliacco piange Dominissini: l’ultimo mugnaio aveva 92 anni

TAVAGNACCO. Si è adoperato per gli altri per tutta la vita, con il suo mulino. È diventato un punto di riferimento e ha trovato il modo, con il suo mestiere, di unire un’intera comunità. Ricevuto un grazie simbolico – quella targa celebrativa donata dal Comune di Tavagnacco qualche settimana fa –, se n’è andato, lasciando un grande vuoto tra la gente di Adegliacco.
L’ultimo mugnaio del comune, Rino Dominissini, è mancato domenica mattina in seguito a un malore. “Rino il mulinar” aveva 92 anni: a fine luglio l’amministrazione comunale aveva dimostrato la sua gratitudine a Rino e alla sua famiglia apponendo una targa sulla facciata dell’edificio che oggi ospita l’Immaginario didattico.
«Verso le 10 era andato a fare due passi nella zona del mulino, poi era passato a trovare i nipoti – racconta il figlio Lucio –. Quando è tornato a casa si è seduto su una sedia e improvvisamente si è sentito male». Per Rino non c’è stato nulla da fare.
Nato nel 1927 ad Adegliacco, Dominissini non fece in tempo a finire le scuole che fu costretto a darsi da fare nel mulino della famiglia. Inizialmente le farine erano macinate a pietra, poi divenne un mulino a cilindri movimentato con cinghie in cuoio.
«Durante la Seconda guerra mondiale mio padre era solo un ragazzino, ma ogni giorno mia nonna passava a prenderlo a scuola e lo portava a lavorare – aveva svelato Lucio in occasione della cerimonia di premiazione –: la gente da tutto l’hinterland si metteva in fila ad aspettare il turno per macinare il granoturco».
Quando i fascisti imposero il divieto di macinazione, aveva raccontato ancora Lucio, «le persone si ribellarono e mio padre si mise dalla loro parte: scelse di non fermare il mulino».
Aveva una funzione sociale la famiglia Dominissini, con Rino, Milvia, sposata nel 1962, e i figli Lucio, Lorenzo e Donatella. Tra gli anni Settanta e Ottanta l’innovazione tecnologica si fece sempre più prepotente e l’attività calò.
«Mio papà, che lavorava anche in campagna, decise di lasciare: quindi il mulino servì solo per uso proprio», aveva spiegato Lucio. Era la metà degli anni Novanta. Poi arrivò l’esproprio e poi, negli spazi attigui al mulino di Adegliacco, accanto alle antiche macchine per la macinazione dei cereali, fu dato spazio all’Immaginario didattico, che oggi propone agli alunni delle scuole primarie laboratori e attività ludiche.
«Perdiamo un personaggio importante per il comune, l’ultimo mugnaio di Tavagnacco – commenta il sindaco Moreno Lirutti –. Come amministrazione comunale siamo contenti di essere riusciti a renderlo felice donando la targa alla famiglia: Rino ci teneva che il nome Dominissini fosse ricordato e restasse nella storia».
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