Addio allo scrittore friulanista Angelo Covazzi

Era guarito dal Covid, ma il virus gli ha rubato le ultime forze dei suoi 90 anni. Fu anche funzionario comunale a Udine

UDINE. È mancato, all’età di 90 anni, lo scrittore friulanista, nonché insegnante ed ex funzionario del Comune di Udine, Angelo Covazzi. Agli acciacchi dell’età ultimamente si era aggiunta anche la positività al coronavirus che, nonostante l’avvenuta guarigione, ha poi finito per rubargli le ultime forze.

Il maestro Covazzi, figura conosciutissima in tutto il Friuli, era stato allievo del professor Giuseppe Marchetti e sin dalla gioventù ha fatto parte del circolo letterario “Risultive” (“Sorgente” in friulano) che pubblicava anche l’omonima rivista. La sua produzione letteraria in lingua friulana è stata arricchita da oltre 70 pubblicazioni, iniziate sulla rivista “La Panarie” nel 1955. «Erano tutti racconti allegri e brillanti – sottolinea il figlio Guido –, lui cercava sempre di esaltare il lato comico delle cose e credo che i suoi scritti fossero apprezzati proprio per questo».

Nato nel paesino di Pantianicco (Comune di Mereto di Tomba) il 2 aprile del 1930, dopo il diploma magistrale all’Istituto Percoto di Udine e la laurea alla facoltà di Pedagogia a Padova, la carriera lavorativa di Angelo Covazzi è iniziata da insegnante di ginnastica alle elementari udinesi per poi svilupparsi a livelli dirigenziali nell’Amministrazione comunale di Udine dove ha lavorato in vari uffici, ma in particolare in quelli che sovrintendevano alla Cultura e allo Sport.

È stato anche responsabile dell’Associazione gioventù udinese e degli scambi tra giovani delle città gemellate, come Vienne in Francia, Schiedam in Olanda e molte altre. Alla fine dell’esperienza lavorativa nel dipartimento di Cultura e sport, la passione per la lingua friulana lo ha fatto ritornare alla Scuola di lingua e cultura friulana organizzata dalla Società Filologica dove poi è diventato a sua volta insegnante.

La sua produzione arguta e gioiosa è stata ripresa anche l’anno scorso, nel primo periodo di questa pandemia, quando vennero recitate 55 sue storielle in altrettanti video divenuti virali dopo essere stati pubblicati sui social con cadenza giornaliera.

I suoi scritti hanno riguardato anche il riordino dei lavori di alcuni autori, poeti o novellieri, protagonisti della cultura popolare friulana del ‘900, fino a riproporre alcune ricostruzioni storiche sempre legate al territorio. Il testo che gli ha dato maggior notorietà, premi e soddisfazioni, è stato però senz’altro “Jacum dai Zeis”.

Tale opera, che ha superato le quattro edizioni e varie ristampe, è stata frutto di una lunga e certosina ricerca in tutto il Friuli, con particolare attenzione ai paesi dove l’ambulante (al secolo Giacomo Bonutti, popolarissimo personaggio vissuto tra il 1855 e il 1921 che ha girato il Medio e Basso Friuli con l’asinello e il carretto delle sue mercanzie, soprattutto ceste di vimini, raccontando storie e divertendo la gente) partecipava al mercato.

Aveva anche ascoltato i testimoni delle tramandate avventure di Jacum: i loro nomi sono riportati alla fine del libro. Dopo questo successo e molte pubblicazioni su “Strolic” e Friuli nel Mondo, hanno avuto grande fortuna anche le successive raccolte di novelle, in particolare la trilogia “Chei din che volte”, “Chei di cumò”, “Chei di simpri” che gli hanno fatto meritare ampio spazio nelle rassegne antologiche di Letteratura friulana e i titoli di Cavaliere e Commendatore al merito della Repubblica italiana.

Angelo Covazzi ha dedicato tutto sé stesso anche alla famiglia. La sua Giannina Rossato l’aveva conosciuta negli anni Cinquanta, all’epoca in cui lavorava in Comune.

Lei era assistente sanitaria e faceva le vaccinazioni. Si sono sposati nel 1960 nella chiesa del Carmine, in via Aquileia e si sono poi stabiliti in città. Dalla loro felice unione sono nati i figli Guido e Claudia Maria. Pochi mesi fa Angelo e Giannina, nonni orgogliosi di cinque nipoti, hanno raggiunto il traguardo dei sessant’anni di matrimonio.

I funerali saranno celebrati a Udine lunedì, 25 gennaio, in forma privata.


 

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