Addio a suor Assunta maestra e direttrice della materna Paulini

Aveva 92 anni. È stata alla guida dell’asilo dal 1960 al 2000 Garbata e rigorosa, la chiamavano “Derrick” come l’ispettore 
Udine 19 Gennaio 2020. Asilo Suore in Via Cisis. © Foto Petrussi.
Udine 19 Gennaio 2020. Asilo Suore in Via Cisis. © Foto Petrussi.



Direttrice della materna Paulini di via Cisis per oltre quarant’anni e maestra per decine di generazioni di bambini, suor Assunta è morta nei giorni scorsi, all’età di 92 anni. Non la si vedrà più sfrecciare in sella della sua bicicletta, rigorosamente contromano, con il velo sventolante, in via Grazzano. Ma suor Maria Assunta Campaner sarà sempre ricordata così, oltre che per la caratura umana, il garbo, la finezza e il rigore.

Alla stregua dell’ispettore protagonista dell’omonima serie televisiva giallo-poliziesca, le era stato affibbiato il soprannome “Derrick”. «Lei sapeva tutto, sia della comunità che delle vicende di ogni consorella. La chiamavamo “Derrick” perché quando c’era qualcosa da chiarire era certo che prima o poi lei veniva a conoscere i fatti precisamente com’erano successi. E lo faceva con metodo silente e garbato» spiega suor Noris, attuale direttrice dell’asilo.

Semplice ed empatica. È così che la descrive suor Noris. «Le piacevano i legami con le persone, ne aveva cura ed era fedele in quelle relazioni di cui si sentiva corrisposta e capita. Amante del bello, della musica, del canto: non era mai invasiva, ma piuttosto restia. Non amava farsi notare – spiega la nuova direttrice –. Quando ci trovavamo a parlare, lei mi raccontava la sua vita con i bambini, poi mi diceva che non sapeva fare nient’altro: non era in grado di ricamare o lavorare all’uncinetto. Si sentiva inutile. Mi riferiva i suoi pensieri e le sue paure, ma poi ammetteva quanto le piacesse andare a trovare le persone del quartiere, andare nelle chiese di Udine e ammirare le bellezze racchiuse in esse».

Originaria di Pramaggiore, è stata colonna portante della scuola materna dagli anni Sessanta al Duemila: suor Assunta la scuola materna l’ha vista crescere, giorno dopo giorno. E sabato (in seguito al decesso avvenuto mercoledì) i suoi funerali sono stati celebrati proprio nella chiesa del Paulini, in viale delle Ferriere, gremita per l’occasione. Commosso è stato il pensiero, raccontato dalla maestra Martina, che con lei è cresciuta. E ci ha anche lavorato fianco a fianco: «Ognuno ha il suo ricordo e la sua nostalgia di un passato più o meno lontano che l’ha vista complice di un percorso scandito dai colori dell’infanzia. Era da talmente tanto tempo parte del Paulini che nessuno poteva immaginare anni precedenti a lei – ha detto Martina –. Ha lasciato un’impronta indelebile. Ci sono nonni, papà e ragazzi che ricordano le sue partite a pallone: non voleva giocare in difesa perché preferiva l’attacco per poter fare goal. Sono state parecchie le gite fatte per la città con i bimbi: ci fermavamo ogni dieci metri perché lei incontrava sempre qualcuno – aggiunge –. Io ci ho provato veramente tanto, ma non sono ancora riuscita a imparare a tenere in ordine la scrivania come voleva lei – conclude strappando un sorriso –. Buon viaggio, corri veloce con la tua bici, finalmente non hai più l’ostacolo dei sensi unici».—

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