Addio a Pierino Di Giusto, era reduce di El Alamein

PORDENONE. La Storia ha perso uno dei suoi testimoni pordenonesi: a 94 anni, è mancato Pierino “Piero” Di Giusto, uno degli ultimi reduci della battaglia di El Alamein, che nel 1942 lo vide combattere tra le fila della leggendaria divisione Folgore.
Pordenonese doc, nel 1940, a 22 anni, si arruolò nel Genio e allo scoppio della Seconda guerra mondiale prese parte alla campagna in Albania. Arruolatosi volontario nella nuova arma dei paracadutisti, fu poi inviato in Africa Settentrionale per partecipare alla battaglia di El Alamein.
Il conflitto che si sviluppò in Egitto tra luglio e novembre del 1942 segnò l’avvio della sconfitta per il fronte italo-tedesco e rappresentò uno dei fatti più sanguinosi della Seconda guerra mondiale: quasi 40 mila morti fra italiani, tedeschi e inglesi. Un trauma indelebile per chi, come Piero Di Giusto, riuscì a sopravvivere e tornare a una vita normale.
Ma i ricordi rimasero, incancellabili, e nel 2011 li consegnò al libro “La battaglia di El Alamein - I Ragazzi della Folgore”, curato da Piergiorgio Grizzo ed edito per Biblioteca dell’Immagine. «Uno degli ormai rari testimoni oculari di quel capitolo di sangue e di eroismo che segnò il corso del secondo conflitto mondiale e della storia – si legge nella sua biografia –, Di Giusto è uno degli ultimi “Ragazzi della Folgore”, protagonisti di un’epopea di coraggio e sacrificio che merita di essere celebrata e perpetuata al di là di ogni ideologia».
Dopo la ritirata e la prigionia, ritornò a Pordenone, dove trovò lavoro come collaboratore scolastico al liceo classico. Ma i trascorsi militari non furono mai accantonati, tant’è che nel 1963 fu tra i fondatori della sezione pordenonese dell’Anpdi (Associazione nazionale paracadutisti d’Italia) intitolata a Civran. Alle sue tante medaglie al valor militare, aveva aggiunto pure quelle di presidente onorario della sezione Anpdi e di cittadino onorario della Città di Pordenone.
«Siamo stati insieme per oltre mezzo secolo – ha ricordato ieri la moglie Luigina –. Se dovessi descrivere Piero, la definizione sarebbe “il mio grande uomo”. Ricordo quando raccontava gli anni della sua giovinezza: ben prima che decidesse di arruolarsi, sua madre l’aveva messo a bottega, come si diceva e si faceva una volta, da un barbiere perchè non stesse in giro per le strade, in mezzo ai pericoli, anche se i veri pericoli sono venuti dopo, con la guerra».
Nel tempo libero, accompagnava i ragazzini (tra i quali Sergio Bolzonello, che ben l’ha conosciuto) che giocavano a calcio nella Polisportiva Don Bosco. Generoso, vitale e disponibile, la guerra l’aveva tutt’altro che piegato. I funerali di Piero Di Giusto, che oltre alla moglie Luigina lascia i figli Massimo e Paolo, tre nipoti e altrettanti pronipoti, saranno celebrati alle 15 di domani a Pordenone nella chiesa del Don Bosco.
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